Anche quest’anno il Comune di Lavis ha deciso di sostenere l’Associazione Progetto Prijedor: contribuirà, con 1.500 euro, al “Premio internazionale Paola De Manincor” per la creazione di un murales e, con altri 2.000, alle attività di un orto sociale.
Come spiega l’assessora alle attività sociali, Isabella Caracristi: “Il Comune di Lavis fa parte dell’Associazione fin dal 1997. È un’adesione convinta e che si rinnova di anno in anno, accogliendo le proposte che ci vengono dai volontari e, in particolare, dal presidente Ezio Pilati. È ormai tradizione finanziare la realizzazione di un murales che abbellisce la città, all’interno di un Premio intitolato alla nostra compianta concittadina Paola de Manincor. A questo si affianca, di volta in volta, un progetto specifico: lo scorso anno abbiamo sostenuto la realizzazione di un pozzo per l’irrigazione e, col 2025, favoriremo la gestione di un orto sociale promosso dall’Associazione Neven (di Prijedor) attiva nella cura della disabilità men-tale. Il nostro contributo copre, in parte, lo stipendio del tecnico agronomo coinvolto da Neven”.
La presenza trentina a Prijedor comincia già all’indomani della firma degli accordi di pace di Dayton, nel 1996, quando alcuni volontari della Casa della pace di Trento decisero di recarsi in uno dei luoghi identificati come città della pulizia etnica. I primi passi furono orientati all’azione umanitaria ma, col passare del tempo, l’operato dell’Associazione si è sviluppato sempre più sullo scambio reciproco, in un’ottica non di puro assistenzialismo ma di dialogo e confronto tra società (quella bosniaca e quella italiana) in continuo cambiamento e sempre più in relazione l’una con l’altra.
Negli anni della ricostruzione molte cose sono cambiate e migliorate, ma non sono mancate contraddizioni e nuove fragilità. È in questo contesto che è stato attivato il concorso dedicato all’artista lavisana Paola de Manincor, che prevede la realizzazione di murales. La prima opera fu realizzata proprio da lei, assieme ai bambini del centro profughi di Prijedor, sulla facciata di una scuola, nel 1998.