Scuola, ecco le linee guida per l’anno scolastico 2020-21

“Sarà una scuola che dal Covid-19 ha trovato l’occasione per innovarsi e darsi nuovi stimoli. Abbiamo lavorato con la consapevolezza di dover essere pronti nel caso in cui il virus dovesse tornare”. L’assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti ha presentato così, nella giornata di venerdì 17 luglio, le linee guida che regolamenteranno la ripresa delle attività scolastiche dal 14 settembre prossimo.

La buona notizia è questa: se le condizioni dell’epidemia saranno le attuali, ovvero con un basso grado di contagio, i circa 70.000 studenti della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, formazione professionale e i circa 14.000 bambini della scuola dell’infanzia torneranno sui banchi, come precisa la Giunta, che ha ipotizzato 4 possibili scenari per la ripartenza: contagio zero, basso grado di contagio (situazione di attenzione), medio grado di contagio (ritorno del virus) e un alto grado di contagio, quindi la diffusione del virus con conseguente ritorno al lockdown.

Nel caso di totale assenza del virus l’offerta formativa sarà regime ordinario, con misure di igiene e sicurezza standard. In uno scenario di attenzione, con un basso grado di contagio, sarà invece garantita a settembre l’offerta formativa in presenza con misure di attenzione e prudenza (igienizzazione, sanificazione, distanziamento). Nel caso ci fosse un ritorno importante del virus sarà attuato un modello didattico integrato (in presenza e didattica a distanza), che dovrà in ogni caso salvaguardare le categorie più fragili degli studenti. Infine, nel malaugurato caso di un nuovo lockdown, è previsto l’uso esclusivo di una didattica digitale da remoto, con definizione di apposite linee guida.

Qualsiasi sia lo scenario, anche nella migliore delle ipotesi, non andranno però sottovalutate le misure di sicurezza, con l’applicazione del protocollo scuola salute e sicurezza che prevederà in ogni caso gruppi classe dimensionati (stabili e con distanza di sicurezza), accesso e uscita da scuola scaglionati e con procedure definite, educazione fisica e attività pratiche con distanze maggiorate, mensa e intervallo sì, ma con le dovute precauzioni, aerazione frequente dei locali, igienizzazione delle mani e sanificazione dei locali e delle attrezzature, ammissione in classe esclusivamente con temperatura inferiore a 37.5° ed uso della mascherina, ma solo negli spostamenti.

Tante le sollecitazioni che in questi mesi sono arrivate alla Giunta, chiamata a ripensare ed innovare il sistema scolastico, a prescindere dall’emergenza sanitaria. Per questo infatti la Provincia ha stabilito nove punti cardine sulla base dei quali si sta programmando il nuovo anno scolastico, che saranno poi dettagliati nell’apposito Piano scuola a.s. 2020/2021. Tra questi:
– piani di apprendimento individualizzati e piano straordinario di recupero;
– risorse straordinarie per fronteggiare l’emergenza;
– patti educativi tra scuola, famiglia e territorio;
– flessibilità, per adattarsi alla realtà in continua evoluzione;
– bambini, studenti, docenti, famiglie e personale scolastico dovranno attenersi al protocollo salute e sicurezza;
– garanzia del tempo scuola, ovvero non sarà ridotta l’offerta scolastica;
– piano straordinario di formazione del personale scolastico(realizzato con il supporto di Iprase);
– tavoli di confronto e azioni di monitoraggio;
– consolidamento delle esperienze maturate nei mesi di lockdown grazie all’utilizzo delle tecnologie.

Quindi le azioni sul fronte economico e organizzativo, con una nuova proposta contrattuale per gli insegnanti e l’integrazione dell’organico di circa 500 unità complessive, ma anche con lo stanziamento di risorse straordinarie per 45 milioni di euro, da destinare per fronteggiare l’emergenza. Di questi, 33 milioni di euro sono destinati ai docenti, 5 milioni al personale Ata, 4 milioni per i bisogni educativi speciali, 3 milioni per arredi e attrezzature. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, la Provincia ha infine previsto un’integrazione ai budget comunali utile a coprire gli investimenti straordinari necessari per mettere in sicurezza le strutture scolastiche.

 

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