In 500 persone all’oratorio Rosmini di Rovereto per Radio Gaza

Alzare la voce, rompere il silenzio, non rimanere fermi a guardare ma provare, attraverso la cultura, la musica, la presenza dei corpi a non lasciare solo il popolo palestinese: con questo spirito ieri (3 settembre) nel tardo pomeriggio 500 persone si sono riunite nel cortile dell’Oratorio Rosmini ad abbracciare simbolicamente la band Radio Gaza per il concerto di anteprima di Oriente Occidente.

A fare da scenografia bandiere palestinesi, bandiere della pace e la grande opera del gruppo di donne di Castel Tesino, che hanno ricamato all’uncinetto una enorme bandiera palestinese grazie a 1400 ore di lavoro. Sul palco ad aprire il pomeriggio Giulia Robol, sindaca di Rovereto che si è detta orgogliosa di rappresentare una città che partecipa tanto numerosa: “Voglio essere qui in veste istituzionale – ha affermato dal palco indossando la fascia tricolore – credo che non si tratti di coraggio, ma del minimo che si possa fare di fronte a tutto ciò che sta accadendo e che sta subendo il popolo palestinese”. Insieme a lei il direttore artistico di Oriente Occidente Lanfranco Cis che ha sottolineato il valore per il Festival di poter ospitare un’anteprima organizzata in rete con le associazioni locali per una causa tanto importante. Federica Fortunato e Pierfrancesco Pandolfi De Rinaldis, rappresentante delle Donne in nero di Rovereto e presidente di Pace per Gerusalemme hanno portato forte testimonianza da parte delle associazioni: “Abbiamo voluto questo evento perché conosciamo il valore della cultura – ha detto Fortunato – e ciò che può fare. In questi due anni, sono state coniate parole nuove per definire l’annientamento anche culturale di un popolo. La distruzione passa anche da qui. È da qui che vogliamo ripartire”.

Radio Gaza ha suonato per un’ora e mezza, raccontando storie e facendo ascoltare a Rovereto la sua musica: quella di un neonato collettivo che ha fuso storie, generi musicali e che dal palco porta una grande testimonianza di resistenza: “Tutte le canzoni palestinesi parlano d’amore – ha detto il cantante dal palco presentando un brano –: nonostante l’occupazione, nonostante il genocidio, abbiamo ancora speranza e amore”. 

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