Il 16 settembre a Rovereto un incontro sull’eredità della pace in Bosnia Erzegovina

Secondo il Centro di ricerca e documentazione di Sarajevo le vittime accertate della guerra degli anni Novanta in Bosnia sommano a 93mila 837. Per la maggior parte bosniaci, circa 64mila; a seguire serbi, intorno ai 24mila e croati, sui 5000. Ma con tutta probabilità, complessivamente, i morti sono molti di più. Altre fonti arrivano infatti a 101mila.

Gli accordi di Dayton del 1995, trent’anni fa, portarono alla fine del conflitto che, insieme ad altri, fece sparire dalla cartina geografica la Jugoslavia creando nuovi Stati. Come quello di Bosnia Erzegovina composto dalla Federazione croato musulmana e dalla Repubblica Srpska, fotografando così la divisione etnica sul terreno al momento dello stop alle armi e non risolvendo le tensioni politiche che perdurano tuttora.

Se ne discuterà martedì 16 settembre a Rovereto, alla biblioteca civica Tartarotti, in corso Bettini 21, alle ore 18, nel corso di un incontro i cui partecipanti cercheranno di rispondere ad alcune domande: “Quando finisce una guerra? A 30 anni da Dayton qual è l’eredità della pace in Bosnia Erzegovina?”. A confronto, Luisa Chiodi, direttrice dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, il giornalista Christian Elia e Camilla de Maffei, fotografa e documentarista. L’appuntamento, che rientra in quelli promossi per il centenario della Campana della pace sotto il titolo “Domande per l’oggi”, è organizzato da Obct e biblioteca Tartarotti.

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