La cultura va in quota

La biblioteca comunale di Roncegno Terme ha portato quest'anno i suoi libri al rifugio Erterle

Cultura in alta quota. È l'iniziativa estiva della biblioteca comunale di Roncegno Terme che, per la prima volta, ha portato quest'anno i suoi libri alla bellezza di 1426 metri. I volumi si trovano al rifugio Erterle, in località Cinque Valli, sopra Roncegno. Non è un rifugio qualsiasi: ha aperto i battenti il 20 maggio dello scorso anno ed è il primo rifugio sociale del Trentino. “La biblioteca raggiunge persone che, altrimenti, non avrebbero l’occasione di approcciarsi alla lettura”, spiega Isabella, che, assieme a Piero, gestisce il rifugio. “Per noi è anche un’opportunità per avere nuovi utenti, nuovi lettori”, aggiunge Antonella, responsabile della biblioteca.

Fino a fine settembre, chiunque si rechi al rifugio Erterle troverà, in un angolino della sala da pranzo, anche dei libri da poter leggere durante la sua permanenza. Per far conoscere il luogo, inoltre, il rifugio sarà animato, per quasi tutti i venerdì dell’estate, dalla rassegna “Arte in quota”, un ciclo di serate all’insegna di cinema, musica, prosa e cultura. Ad ottobre, sono in programma dei corsi sulla micologia e sull’economia domestica.

Fino all’anno scorso, il rifugio Erterle – aperto tutti i giorni da giugno a settembre e nei fine settimana di ottobre – era un rifugio tradizionale. Poi, un gruppo di amici con una passione in comune, quella per il sociale, ha deciso che, oltre ai percorsi di trekking che già organizzavano per persone con problemi psicosociali, sarebbe stato interessante gestire un luogo dove due mondi, quello della “normalità” e quello della “diversità”, potessero entrare a contatto e convivere. Il tutto in un ambiente, quello montano, dal grande valore riabilitativo, sociale ed educativo.

È nata con questa finalità l’associazione “Montagna Solidale”, che è stata fondata da 8 realtà di Trento attive nel sociale: le cooperative sociali La Rete, Laboratorio Sociale, Progetto 92, Samuele e Villa S. Ignazio, e le associazioni A.m.a., A.m.a. Salute Mentale e La Panchina. A queste realtà, si sono aggiunte le associazioni Estuario e Prisma, Cooperativa Alpi e la cooperativa sociale Punto d’Incontro.

Isabella lo definisce un “rifugio a soglia bassa”, perché è, prima di tutto, un posto aperto a tutti, sottolineando che, dell’avventura che per lei e per Piero – entrambi mantovani e con alle spalle una lunga esperienza lavorativa nel sociale – è iniziata prendendo in mano la gestione del rifugio, “la cosa più bella ed arricchente è l’inclusione sociale”. È inusuale, per l’ospite di un rifugio, che il pranzo e la cena gli vengano serviti da persone con problemi particolari. In questo rifugio, infatti, oltre a famiglie ed amanti della montagna, vengono anche persone con disagio; per una vacanza, ma anche, spesso, per fare un’esperienza lavorativa. Alcuni arrivano al rifugio tramite le associazioni di riferimento, altri, invece, privatamente.

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