A Rovereto il Festival di Informatici senza frontiere

Una foto della passata edizione del Festival Informatici Senza Frontiere

La crisi sanitaria dovuta alla diffusione globale del coronavirus Sars-Cov-19 ha imposto un’accelerazione al processo di digitalizzazione della società. Smart working e Dad (Didattica a distanza) sono diventate parole di uso quotidiano. Sul nostro presente digitale “per un futuro a prova di pandemia” si concentra l’edizione 2020 del Festival di Informatici senza frontiere (ISF), che si tiene a Rovereto dal 15 al 17 ottobre, proponendo però anche molti appuntamenti on-line proprio a motivo della pandemia che ancora non accenna a smorzarsi.

La tre giorni dell’innovazione sociale, con il titolo “Voci dal futuro. C’era una volta il digitale”, affronta in numerosi dibattiti e incontri (sia in presenza, con obbligo di iscrizione, sia online) temi cruciali legati all’impatto che l’innovazione ha sulla società e sul suo sviluppo, a partire dagli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite secondo i quali la conoscenza e i servizi digitali sono aspetti che traducono l’innovazione sostenibile in prassi comportamentale. Tra gli argomenti che saranno dibattuti, l’impatto sociale dell’innovazione e l’utilizzo etico delle nuove tecnologie, il rapporto fra l’uomo e l’intelligenza artificiale, il contrasto al Digital Divide in Italia e negli altri Paesi, la tecnologia al servizio dei disabili e degli anziani, il cyberbullismo, le difese da fake news, manipolazioni e truffe in rete. La novità di quest’anno è che si potrà partecipare sia da casa – tutti gli eventi saranno in diretta sul canale YouTube di ISF – che di persona a Rovereto: in questo caso è necessario prenotare il posto per accedere al Teatro Zandonai, stampando il proprio biglietto gratuito dalle pagine del singolo evento sul sito del Festival.

La cerimonia di apertura si è svolta giovedì 15 ottobre in presenza al Teatro Zandonai con interventi di Dino Maurizio, Presidente di Informatici Senza Frontiere, Francesco Profumo, presidente di FBK, Paolo Collini, Rettore dell’Università di Trento, Lucia Sciacca di Generali Italia, Massimo Cerofolini, giornalista di Radio1 Rai. Lo stesso giorno il Festival è entrato subito nel vivo delle questioni con approfondimenti sulle sfide e sulle opportunità di una didattica sostenibile, con suggerimenti su come strutturare in un’ottica di partecipazione e inclusione un ambiente di apprendimento digitale integrato.

Di smart working, forma agile di lavoro che non è la mera trasposizione domestica di modalità lavorative in ufficio, si parlerà venerdì 16 alle 9 al Teatro Zandonai (sala I piano). Sempre allo Zandonai alle 15.30 Federico Ferrazza direttore di Wired Italia e Massimo Cerofolini dibatteranno sulle opportunità che la tecnologia offre per i cittadini, le aziende e le istituzioni, come l’esperienza del lockdown ci ha mostrato. La sera alle 21 sempre al Teatro Zandonai da non perdere lo spettacolo interattivo con visori “Segnale d’allarme” di Elio Germano e Omar Rashid, uno dei primi esperimenti mondiali di teatro in realtà virtuale (iscrizione obbligatoria).

Sabato 17 si parlerà di cultura e cittadinanza ai tempi del digitale (Teatro Zandonai, ore 9), di Intelligenza Artificiale ed educazione (Teatro Zandonai, ore 10.30) e di come l’Intelligenza Artificiale possa essere utilizzata per realizzare progetti etici e partecipati (online, ore 11), delle nuove sfide della genomica che pongono seri interrogativi etici (Teatro Zandonai, ore 11.30). Intrecciano questioni che toccano l’etica, la filosofia, la morale, il diritto gli interventi che nel pomeriggio concluderanno il Festival, accomunati dalla considerazione che l’accelerazione della trasformazione digitale della società, pur drammaticamente imposta dalla pandemia, offre l’opportunità di progettare un futuro dove convivere in armonia con gli ecosistemi.

Programma, informazioni e iscrizione agli eventi in presenza: www.festival.informaticisenzafrontiere.org.

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