Prende il via venerdì 14 novembre al Comunale di Predazzo la nuova stagione teatrale di Fiemme, promossa dai comuni di Cavalese, Predazzo, Tesero e Ville di Fiemme. A salire sul palcoscenico Gianluca Ferrato con “Beata oscenità”, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano. Il lavoro è dedicato all’incredibile vita di Giò di Panico, notissima figura del dopoguerra, nipote del gerarca fascista Achille Starace. Giò è stata attrice, giornalista, scrittrice, opinionista, modella, attrice hard, ispirazione per registi quali Federico Fellini, Steno, Dino Risi, e infine, e qui davvero restiamo attoniti, suora laica presso le monache di Betania del Sacro Cuore.
A seguire venerdì 5 dicembre al Comunale di Tesero “Dopo la pioggia”. Lo spettacolo racconta della vita di due sorelle : il loro affetto, il loro amore. Una vita passata insieme e poi, improvvisamente, la morte. È la storia di una “relazione”. Inizia dalla fine, dalla morte di una delle due. Da quell’istante, come in un sogno, torniamo indietro nel tempo.
Terzo appuntamento venerdì 11 dicembre, sempre al Comunale di Tesero con “On air”, uno spettacolo che mescola il clown, il teatro fisico e il canto armonizzato per creare uno spazio di gioco originale e surreale. Punto di partenza ed ispirazione è la radio e tutto il suo universo fisico e sonoro, unito alla grande tradizione dei trii/quartetti vocali swing anni ’30 e ’40.
Primo appuntamento del nuovo anno sabato 10 gennaio a Predazzo con “La moglie perfetta”. Una lavagna in scena, una sedia di scuola, una donna vestita anni ’50.La storia è quella di una ragazza giovane e piena di sogni, in un mondo vecchio quanto un cartellone pubblicitario ormai sbiadito, una ragazza che diventa poi la docente di un singolare corso di comportamento e buone maniere: il suo è un seminario intensivo (solo per donne) di preparazione al matrimonio dal titolo “Si può far”.
Domenica 18 gennaio a Predazzo è la volta di “Giovanna dei disoccupati” di e con Natalino Balasso, lo spettacolo clou della stagione. L’autore si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. “Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole”, scrive l’autore e attore veneto.
Dopo un’interruzione in concomitanza con i Giochi olimpici invernali, la stagione prosegue fino a metà marzo. Una stagione tutto sommato “low cost” per le amministrazioni comunali proponenti che affievolisce lo sforzo, iniziato dal Presidente Kessler e dall’Assessore Lorenzi, di portare anche in periferia il grande teatro professionistico. Un peccato, anche perché ormai diversi ex abbonati in Fiemme si rivolgono ai teatri di Trento e Bolzano per seguire stagioni di prosa più accattivanti.