Si conclude con la presentazione del progetto collettivo a sedici mani l’ottava edizione del Festival Internazionale di Incisione Contemporanea di Trento (FIIC), organizzato da Spazio Foyer, che quest’anno ha scelto come tema La grande magia, in omaggio a Eduardo De Filippo nel 125esimo anniversario della nascita. Anche quest’anno infatti il FIIC che ogni anno riunisce un gruppo di artisti invitati a elaborare insieme un’opera d’incisione su un tema condiviso, per dare vita a un prezioso libro d’artista.
Il titolo del progetto 2025 è Canovaccio, termine che nel linguaggio teatrale indica la trama di un’opera priva di dialoghi, da cui gli attori della Commedia dell’Arte improvvisavano sulla scena. In questo caso, il canovaccio diventa metafora di un dialogo artistico tra stampe, dove ogni opera si intreccia con le altre per dar vita a nuovi racconti visivi. A partecipare al progetto sono stati otto artisti e artiste, invitati da parte della direzione artistica di Spazio FoyEr e del FIIC.
Gli incisori Gian Franco Civitico, Rita Demattio, Luigi Golin, Dario Grigolato, Polina Karpu-nina, Cecilia Maran, Vito Polito e Tiziana Rosmini hanno interpretato il tema della magia e del dialogo, cuore dell’edizione 2025, realizzando una cartella di stampe in tiratura limitata di 15 esemplari e trasformata in un vero e proprio libro d’artista.
Ogni artista ha inciso la propria opera su carta bianca Cansons 250 g, creando un’immagine che rappresenta idealmente un personaggio: una voce, un frammento di linguaggio visivo che ap-partiene al suo autore. L’opera è stata poi piegata, dando così origine a sfaccettature inedite che pongono l’opera originale in una prospettiva nuova, cambiandone la lettura e dando sfumature ina-spettate a quell’ideale personaggio primordiale. Ogni opera-personaggio è stata infine messa in dialogo diretto e improvvisato con le altre, creando un vero e proprio canovaccio di stampe d’arte che saprà raccontare infinite storie grazie alle diverse prospettive in cui può essere letta l’opera. L’incontro tra le diverse stampe che cambia a seconda dell’ordine, della piegatura e della luce con cui viene sfogliato, crea una sorta di dialogo improvvisato e corale tra opere e artisti, proprio come accade sulla scena teatrale, dove il testo scritto si rinnova ogni volta nell’interpretazione degli attori.