Cantiere Famiglia, l’ascolto fa la differenza

Una parte del cortile interno del Centro pastorale Beata Giovanna
Al Centro pastorale Beata Giovanna c’è un telefono che suona. È quello dell’associazione Cantiere Famiglia, in via Setaioli 3, che da tre anni risponde a persone e famiglie in difficoltà, soprattutto dal punto di vista relazionale. La loro forza è l’ascolto. Ogni giorno per due ore, dal lunedì a venerdì dalle 16 alle 18, è possibile chiamare i volontari dell’associazione al numero 338.7245675 per parlare ed essere semplicemente ascoltati.

“C’è sempre qualcuno che risponde, cerca di capire qual è la situazione della persona che ci sta contattando, e fissa un colloquio per discuterne faccia a faccia”, spiega Luisa Masera, la presidente dell’associazione. “Poi, a seconda dei casi, si stabilisce assieme un percorso di cinque o sette incontri, che può essere accompagnato dalla presenza di personale esperto, oltre che dall’operatore che ha intercettato la richiesta d’aiuto”.

C’è chi si rivolge a questo tipo di servizio perché ha problemi di coppia, o non sa come gestire alcune relazioni famigliari particolarmente complicate, o non sa come affrontare un lutto o spiegare ai propri figli perché i loro genitori stanno divorziando. O ancora c’è anche chi ha subito violenze in casa e non sa cosa fare. “Noi non risolviamo i problemi ma aiutiamo le persone ad orientarsi, a capirsi e a non vedere tutto nero”, continua la presidente. “A volte avere solo qualcuno disposto ad ascoltarti può fare la differenza”.

Ed è proprio da questa esigenza di fondo, che fa parte del nostro essere umani, che è nata l’idea di dare vita nel 2012 a Cantiere Famiglia, su proposta dei quattro Decanati della Vallagarina (Ala, Mori, Rovereto e Villalagarina). Al momento l’associazione, che è sempre in cerca di nuovi volontari, conta al suo interno otto operatori, tutti formati allo stesso modo per essere sempre pronti a rispondere nel modo giusto alle varie richieste d’aiuto.

Oltre a loro, però, vengono messe a disposizione anche altre figure, come quella dell’avvocato, dello psicologo o del sessuologo. “Le persone quando arrivano qui per la prima volta sono molto confuse e fanno fatica ad esprimersi, ma poi, dopo uno o due incontri, si possono già notare alcuni miglioramenti”, sottolinea Masera. “Il percorso di ascolto può essere interrotto quando si vuole e ripreso anche a distanza di tempo: c’è chi viene solo per un colloquio o chi, invece, intraprende un vero e proprio percorso con noi. Il tutto avviene in un ambiente neutro, e ogni dialogo rimane assolutamente riservato e individuale”.

E gli effetti del lavoro dei volontari di Cantiere Famiglia si vedono, soprattutto nelle storie di chi ogni giorno passa da qui. “Vengono donne e uomini di tutti i tipi, non c’è una particolare distinzione tra sesso, età o classe sociale. C’è sempre bisogno di qualcuno che sia disposto ad ascoltarci, ed in Trentino, come associazione, siamo forse gli unici a farlo in questo modo. In tre anni – conclude Luisa Masera – abbiamo visto tante persone stare meglio, e con il tempo siamo cresciuti anche noi, rafforzando e migliorando il nostro servizio”.

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