Torbole, l’ex colonia Pavese continua a dividere

Torbole, l’area sulla quale sorgeva la dependance abbattuta. Foto Davide Pivetti
Non c’è cosa che divida i torbolani come l’ex colonia Pavese e tutto ciò che le ruota attorno. Ormai vent’anni fa sul futuro dell’enorme compendio in riva al lago gli stessi torbolani erano stati chiamati al voto, con un referendum consultivo – il primo in Trentino, perché introdotti con quella formula da poco – che non raggiunse il quorum ma che permise comunque all’allora amministrazione di Giuseppe Parolari di fare alcune scelte precise. Escludendo ad esempio l’abbattimento e puntando ad ospitare in uno o due piani della grande ex colonia infantile, anche la nuova sede del municipio.

I lavori partirono negli anni successivi ma si bloccarono anche, consegnandoci oggi un’enorme incompiuta che sta diventando la vergogna della Busa. Le forze politiche a Nago-Torbole hanno continuato a dividersi sull’utilizzo futuro dell’edificio e la loro alternanza al governo del comune altogardesano ha comportato ripetuti cambi di indirizzo.

La giunta attuale del sindaco Morandi non ha perso tempo e come previsto nel suo programma elettorale ha subito proceduto all’abbattimento della vicina ex Dependance, volume accessorio che ha ospitato negli ultimi decenni le sedi di associazioni e vigili del fuoco e sul cui sedime la giunta intende realizzare ex novo il municipio, destinando quindi l’intera Pavese ad altro. Dopo questo intervento i torbolani sono tornati a dividersi, o almeno così sembra.

È nato un comitato spontaneo che ha iniziato a raccogliere firme contro la realizzazione del nuovo municipio chiedendo al contrario che l’area rimanga così come appare ora, cioè uno spazi aperto da trasformare in un parco o in una grande piazza. Scelta che, ovviamente, comporterebbe ancora una volta un altro cambio di destinazione della Pavese che in questo caso tornerebbe ad ospitare in futuro gli uffici municipali.

Il comitato conclusa la raccolta firme ha fatto un passo ulteriore avanzando l’ipotesi di sottoporre al voto di naghesi e torbolani il futuro dell’area attraverso un nuovo referendum, che sarebbe quindi il secondo sul tema in poco più di vent’anni.

Ora saranno tre commissari a doversi esprimere sull’ammissibilità del quesito referendario (nominati la settimana scorsa dal consiglio comunale con i soli voti di maggioranza, si tratta di Geremia Gios, Maria Cristina Osele e Lorenza Moresco) entro trenta giorni. Se il loro giudizio sarà positivo si andrà al voto per decidere che fare dell’area antistante la Pavese e, quindi di riflesso, della Pavese stessa.

Se il referendum si svolgerà il progettato nuovo municipio verrà alla luce con almeno sei mesi di ritardo anche in caso di esito referendario favorevole alle intenzioni della giunta Morandi.

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