“Aiutiamoli a casa loro”. E i tagli allora?

Riceviamo questo contributo al dibattito sul tema delle migrazioni in Trentino da parte di Luigi Panizza, presidente associazione “Valdisole solidale”.

In base a dati statistici pubblicati sulla stampa risulta che c’è stato un crollo degli arrivi dal 2018 e che “la Giunta provinciale prevede che il sistema di accoglienza straordinaria si possa chiudere alla fine del 2022”.

Visto il comportamento verso i migranti in Trentino da parte della Giunta Provinciale, sostenuta dalla maggioranza, vorrei fare alcune considerazioni sia da ex amministratore Provinciale che da conoscitore della realtà africana dopo 18 anni e 37 viaggi di esperienza in Kenya come volontario.

Per rimanere sul piano amministrativo il taglio dei fondi, fatto dalla maggioranza in Provincia, alle associazioni di volontariato che operano a favore del terzo mondo, ed il comportamento verso i migranti che soggiornano sul nostro territorio, quali benefici (egoisticamente parlando) porta questa politica alla nostra gente?

La risposta è quasi nulli. Rispetto al totale del bilancio si tratta di briciole che vanno per lo più polverizzate e distribuite senza incidere particolarmente sul tenore di vita dei beneficiari. Al contrario, questi importi, se riservati, come in passato, alle associazioni per la realizzazione di progetti a favore dei più poveri della Terra, tali cifre servono a salvare tante persone ed a cambiare la vita di tante comunità.

Pensiamo a quanti bambini non morirebbero più per malattie, quanti anziani godrebbero una vita più serena, quanti giovani non sarebbero più costretti a lasciare le loro terre per realizzare i loro legittimi sogni di vita. Relativamente al secondo problema, non possiamo limitarci ad una valutazione egoistica di casa nostra. Volenti o nolenti viviamo in un mondo con il quale prima o poi dovremo fare i conti nel bene e nel male. Se non ci muove e non ci commuove un sentimento umanitario di solidarietà dovrebbe farci riflettere almeno un motivo di interesse se siamo destinati ad una convivenza globale. Se invece di limitarci ad un freddo ed irrazionale rifiuto il nostro sforzo fosse quello di impegnarci in una ragionata ed umana accoglienza tutti ne ricaveremo grandi benefici.

A supporto e sostegno di questo ragionamento ci conforta l’aiuto che possiamo avere da tanta nostra buona gente trentina impegnata in un generoso volontariato che sa guardare ed impegnarsi per il bene degli altri senza fermarsi alla provenienza o ai colori della pelle.

Purtroppo in passato, spero non più, questi nostri fratelli, venuti da lontano, sono stati oggetto di tanto sfruttamento. Il loro lavoro ha arricchito molti. Le loro terre sono state oggetto di vergognose speculazioni. Ancor oggi, a causa dell’ingordigia e della corruzione, subiscono guerre, soffrono la fame e vivono nella miseria. Noi stessi, inconsciamente, godiamo dei benefici dei loro giacimenti minerari. Vogliamo come uomini ed ancor più come cristiani aiutare questa parte dolente dell’umanità? Come possiamo respingere e non accogliere chi ci chiede aiuto dopo aver affrontato mille pericoli per ottenere il diritto di vivere come noi? Perché una legge nazionale ha soppresso tanti centri di accoglienza dove la generosità di tante persone, gratuitamente, era a disposizione per favorire un’integrazione fruttuosa sia a livello sociale che culturale, oltre che economica? Di persona ho potuto constatarne un meraviglioso esempio in Val di Sole. E che dire di chi è stato sloggiato alle quattro del mattino sotto la neve per attenermi a notizie giornalistiche locali? Non c’era altro modo di applicare la legge anche se al momento era venuto a cessare un diritto?

Ritornando al discorso generale, quale colpa hanno questi migranti per essere nati nella miseria e quale merito abbiamo noi per essere nati nel benessere? Dobbiamo essere felici e contenti di poter aiutare gli altri e spartire con loro parte dei nostri beni. Questa è la vera solidarietà e giustizia umana. Trasferendoci sul piano religioso, non è esibendo rosari o croci che si dimostra la cattolicità, ma piuttosto applicando il Vangelo integralmente. La parabola del Buon Samaritano è più che eloquente. Il Magistero della Chiesa, i continui ed incessanti richiami ed inviti di papa Bergoglio in merito all’accoglienza non lasciano dubbi.

Accogliere ed integrare devono impegnare tutti per il bene di tutti. L’affermazione “aiutiamoli a casa loro” contraddice con la politica di tagliare i finanziamenti alle associazioni che effettivamente aiutano i poveri a rimanere a casa loro. Le associazioni impegnate nel Terzo Mondo con i contributi che ricevono costruiscono ospedali, orfanotrofi, scuole, acquedotti e pozzi per l’acqua, realizzano aziende agricole per una più razionale coltivazione della terra ecc… Ma anche integrare e dare lavoro a chi arriva è “aiutarli a casa loro”. Come i nostri emigranti aiutavano con le rimesse chi era rimasto a casa così avviene anche per gli attuali immigrati. Con i guadagni possono migliorare la qualità della vita a chi è rimasto nella terra d’origine.

È questo scenario che deve convincere chi ha il potere della politica provinciale migratoria a cambiare rotta e non a lasciarsi lusingare e condizionare da altri motivi passeggeri, ma che lasceranno sicuramente l’amaro in bocca ad esperienza conclusa. Quale tremenda responsabilità umana e morale è quella di fare scelte che influiscono sulle condizioni di vita dei bisognosi di aiuto. Per questo quanto vorrei regalare parte della mia lunga esperienza personale ai responsabili dell’Amministrazione Provinciale.

Sono certo che cambierebbe subito la politica nei confronti dei migranti. Questo mio intervento non vuole giudicare soggettivamente nessuno, ma essere motivo di riflessione per il bene di tutti. Alla fine deve trionfare la solidarietà contro l’egoismo, l’umanità contro l’indifferenza, l’apertura contro la chiusura.

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