I detenuti di Trento pregano per noi con “Scintille”

È maturata nel tempo all’interno dell’equipe pastorale che opera nel carcere di Trento e viene lanciata in questi giorni una proposta già apprezzata dai detenuti e dagli operatori in via sperimentale. È denominata “Scintille di preghiera” e si basa su un rovesciamento di prospettiva rispetto alla consueta “attenzione verso il carcere”.

“La novità di questa proposta – spiega un semplice depliant di presentazione – sta nel fatto che è dall’esterno del carcere che le richieste di preghiera vengono affidate a chi vive e lavora all’interno dell’istituto penitenziario”. Alcuni detenuti e anche alcuni operatori, singolarmente, si sono presi l’impegno di dedicare un tempo personale di preghiera (anche attraverso l’utilizzo di un piccolo rosario di legno, acquistabile per loro presso la Libreria Ancora) in favore della situazione affidata. È il cappellano del carcere che durante la Messa comunica le intenzioni di preghiera (possono essere per una persona, un gruppo, una situazione…) che settimanalmente possono così salire verso il cielo.

“Già da qualche mese ho trovato all’interno del carcere molte disponibilità a tener fede a quest’impegno – spiega don Mauro Angeli, il cappellano che insieme ai volontari ha messo a punto la proposta ora sostenuta da tutta la Diocesi – che consente anche a chi si trova in una situazione di ristrettezza di fare un’azione a servizio di altri, invocando per loro l’aiuto del Signore”. Per sostenere l’iniziativa nella fase di coordinamento c’è stata anche la disponibilità della Piccola Fraternità di Gesù di Pian del Levro, sopra Trambileno, che attraverso due volontarie raccoglie le richieste di intenzioni personali (anche via mail) e le fa arrivare in carcere per essere consegnate a detenuti e operatori carcerari.

“È interessante anche questa vivace relazione spirituale fra l’eremo, dove si vive la vita monastica, e la casa circondariale da dove pure possono salire al cielo le intenzioni di preghiera”, sottolinea don Mauro che evidenza come quest’iniziativa possa anche modificare la percezione del carcere: non solo luogo di ombre, ma anche ambiente in cui si genera vita – tra detenuti, operatori, volontari, personale sanitario e direzione – dalla quale possono anche scaturire scintille di luce, attraverso la disponibilità di chi compie puntualmente il proprio lavoro o di chi accetta la detenzione nella convivenza anche fra differenti lingue e culture.

Ecco, quindi, l’indirizzo mail a cui rivolgere le richieste di preghiera che saranno “girate” poi a chi vive a Spini di Gardolo: scintille@diocesitn.it oppure, anche per informazioni, tel. 0464-865015.

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