Lavarone teme lo spostamento delle “sorelle” nigeriane

Si chiede un ripensamento alla Giunta provinciale, contraria al progetto di accoglienza in periferia.

C’è forte preoccupazione sull’altopiano di Lavarone per il futuro del progetto che ha coinvolto la comunità negli ultimi due anni e mezzo. Secondo i provvedimenti annunciati dalla Giunta Fugatti dovrebbero essere sospesi i finanziamento alle iniziative di accoglienza nelle valli e quindi le persone accolte e poi inserite nella comunità di Lavarone si troverebbero trasferite a Trento o a Rovereto, ritrovandosi così anche nella precarietà lavorativa.

Sono ben 24 le donne richiedenti asilo accolte nel novembre 2016 dalla comunità di Lavarone (nonostante un gesto intimidatorio, stigmatizzato dalla maggioranza della popolazione) presso una casa di proprietà delle Suore elisabettine e sostenute da varie realtà di volontariato con la regia della Cooperativa “Punto d’Approdo” di Rovereto d’intesa stretta con il Comune di Lavarone. Dopo un periodo di inserimento e di formazione al lavoro buona parte di loro aveva trovato occupazione presso le strutture alberghiere della zona, dando vita a significativi momenti di integrazione e di scambio. Sono diventate delle vere e proprie “sorelle” per tante donne di Lavarone.

“Ora questo progetto rischia di bloccarsi e di essere smantellato. Speriamo che la Giunta ci ripensi”, avvisano con amarezza i tanti volontari e gli stessi operatori turistici, mentre l’amministrazione comunale guidata da Isacco Corradi sta cercando di concordare con la Giunta provinciale una soluzione che valorizzi il percorso compiuto e consenta di dare continuità ad una convivenza valutata reciprocamente con innegabile soddisfazione.

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