Youngjobber, la piattaforma che collega giovani e aziende

Sta per nascere Youngjobber, una piattaforma che mette in contatto i giovani che cercano un lavoretto con adulti e aziende. L’idea nasce da un gruppo di amici, Mattia Gasperetti, Andrea Bertoluzza, Enrico Gardumi e Gabriel Tavernini, che hanno presentato il progetto al Piano Giovani di Zona di Trento e Arcimaga nel settembre dell’anno scorso. Fra qualche settimana la piattaforma sarà operativa. 

Come funziona? “Un privato o un’azienda pubblica un annuncio di lavoro sulla piattaforma, in cui riporta la mansione, l’orario e il luogo”, spiega Andrea Bertoluzza. “I ragazzi si possono quindi candidare per la mansione, e il privato o l’azienda sceglie chi ingaggiare”. 

La funzione di Youngjobber non è solamente quella di far comunicare più rapidamente il privato o l’azienda con il giovane. “Forniamo anche un’assicurazione per i ragazzi e mettiamo a disposizione un fac-simile di contratto di collaborazione occasionale ad adulti e aziende”, aggiunge Mattia Gasperetti. “Oltre a questo – riprende Enrico Gardumi – abbiamo realizzato dei tutorial con l’aiuto di un commercialista, in cui guidiamo il privato o l’azienda nella compilazione del contratto”. 

Tre dei fondatori di Youngjobber

L’obiettivo principale di Youngjobber rimane comunque quello di valorizzare i giovani, offrendogli una piattaforma per mettersi in gioco nel mondo del lavoro. Il progetto si rivolge ai ragazzi dai 16 anni in su, in particolar modo universitari. 

“In un primo momento Youngjobber sarà attivo principalmente su Trento”, spiega Gardumi. “Ciò non toglie che in futuro non si possa portare su tutto il territorio trentino”. 

Ad oggi sono arrivate 750 mail di ragazzi interessati alla proposta. Inizialmente ne saranno contattati una quarantina, in modo tale da poter valutare il funzionamento della piattaforma. Se il progetto dovesse funzionare, Youngjobber chiederà una quota mensile di abbonamento ad adulti e aziende iscritti alla piattaforma. 

“Recentemente abbiamo contattato l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Trento, Chiara Maule, e a breve sentiremo anche alcune associazioni della zona, per creare un’altra area della piattaforma dedicata ai lavori ‘socialmente utili’”, conclude Andrea Bertoluzza. “L’idea è ancora in fase embrionale, ma vorremmo proporre ai giovani una serie di lavoretti per aiutare le persone che vivono un momento di fragilità. Chiariamo che questa sorta di ‘volontariato retribuito’, che può sembrare un controsenso, non sostituisce il volontariato vero e proprio: vogliamo solo cercare di dare una mano aggiuntiva”. 

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