Fugatti: “Nel nuovo Dpcm aspetti che non ci soddisfano”

Tra i tanti temi trattati durante la conferenza stampa che si è svolta al termine della riunione della Giunta provinciale di questa mattina, inevitabilmente il primo è stato quello dell’emergenza sanitaria, in una fase che, fortunatamente, continua a confermare il trend di calo della diffusione del contagio da Covid-19 in Trentino.

Come ogni venerdì, è attesa anche per oggi la comunicazione relativa alla colorazione che assumerà il nostro territorio per la prossima settimana, che, seppure non siano ancora giunte comunicazioni ufficiali, dovrebbe finalmente tornare ad essere “zona gialla”, classificazione che torna in vigore proprio a partire da lunedì 26 aprile.

“I dati che sono in nostro possesso, l’incidenza intorno a 110 e l’Rt di circa 0,7, ci fanno credere che il Trentino sarà classificato come zona gialla, ma non tutti i criteri della zona gialla torneranno in vigore”, ha precisato con rammarico Fugatti: “Per esempio l’impossibilità di riaprire al pubblico i ristoranti anche al chiuso è un aspetto che non ci soddisfa. Come regioni abbiamo richiesto che ciò fosse possibile, con i necessari protocolli di sicurezza, ma il Governo ha deciso di procedere sulla sua linea, senza fornirci una data di riferimento dalla quale partire”.

Anche sul tema del coprifuoco, Fugatti ha criticato aspramente le decisioni del governo Draghi: “Gli enti locali hanno richiesto anche di poter posticipare il coprifuoco dalle 22 alle 23, per tutta una serie di motivi. È difficile pensare di sedersi alle 21 al ristorante e doversi alzare alle 21.30, quindi sarebbe stato utile lo spostamento del coprifuoco alle 23, ma non è stato preso in considerazione. Ci sono dunque degli aspetti che non ci soddisfano nella definizione del nuovo decreto e l’auspicio è che le pressioni possano portare il Governo a cambiare posizione su questo fronte. Il tema del turismo è troppo importante per la nostra provincia per non provare ad avere il coraggio di andare oltre a determinate disposizioni”.

Evidenziando come i dati più recenti risultino stabili, sotto il profilo del calo, con le attuali 26 terapie intensive impiegate, ben lontane dalle 50 di qualche tempo fa, Fugatti ha quindi anticipato la possibile domanda sulla possibilità di far valere l’autonomia trentina, come è stato fatto anticipando il decreto nazionale sulle riaperture di bar e ristoranti: “Azioni di questo tipo si possono fare pesando due fattori: la sostenibilità sanitaria e il rischio di subire impugnative. Oggi non ne ravvediamo la possibilità, ma appena vedremo qualche spiraglio in più interverremo come abbiamo sempre fatto”.

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