Ecco il Rural Commons, il Festival dedicato ai beni comuni e alle pratiche rurali collettive

È stata presentata oggi la prima edizione del Rural Commons Festival: da Ovest a Est, un festival itinerante dedicato ai beni comuni e alle pratiche rurali collettive (rural commons), che attraverserà alcuni dei territori del Trentino che negli ultimi anni hanno mostrato un fermento culturale di comunità, coinvolgendo associazioni, piccole imprese, movimenti e iniziative di cura e gestione collettiva del territorio.

Si parte il prossimo fine settimana, quando, dal 21 al 23 maggio, l’iniziativa farà tappa nelle Giudicarie, piantando il proprio Campo base presso il Convento di Campo Lomaso. Il weekend successivo, dal 28 al 30 maggio, il Festival si trasferirà in Vallagarina, presso La Foresta – Accademia di Comunità, a Rovereto, per concludersi, nel fine settimana dal 4 al 6 giugno, presso il Masetto di Terragnolo.

Nato con l’obiettivo di esplorare e celebrare le pratiche che promuovono la costruzione di una comunità più inclusiva, che si autorigenera e che si prende cura del proprio territorio, fatto di persone, altri esseri viventi, risorse, spazi, beni e servizi per la comunità, il Festival vuole indagare le diverse definizioni di beni comuni o pratiche collettive attraverso diverse esperienze e momenti proposti: dai dialoghi, ai laboratori di autocostruzione, dalle passeggiate esplorative, ai dibattiti e agli eventi conviviali. In programma 12 camminate esplorative alla scoperta delle pratiche collettive tra le Giudicarie, Vallagarina e Terragnolo; 22 gli ospiti, esperti e artisti, che porteranno il loro punto di vista su commons, innovazione sociale, paesaggio, spazi e architetture, beni comuni e collettivi; 28 le ricercatrici e i ricercatori che daranno il loro contributo alla riflessione sui commons rurali attraverso il loro lavoro di ricerca e pratica; 16 i giorni di laboratorio di autocostruzione a 56 mani. Il Festival inoltre sarà un’occasione di confronto e di ascolto delle varie figure coinvolte: associazioni, comunità locali, professionisti e studiosi. Obiettivo finale sarà quello di costruire assieme una definizione di rural commons affinché ognuno si senta benvenuto e allo stesso tempo co-responsabile di quanto essi tutelano.

“Con il festival, siamo andate alla ricerca di queste pratiche, e con il festival vogliamo celebrarle, far emergere la loro diversità sia riguardo ai temi e agli aspetti di cui si occupano, sia per le forme organizzative e di gestione che propongono”, spiegano le ideatrici del Festival, Cristina Dalla Torre, Bianca Elzenbaumer, Maddalena Ferretti e Sara Favargiotti, che aggiunge: “Siamo alla ricerca di un linguaggio comune che racchiuda e valorizzi questa diversità, perché venga arricchita e utilizzata. Il Festival è uno sforzo collettivo affinché queste pratiche si conoscano, si moltiplichino e contribuiscano a creare futuri rurali desiderabili. È uno sforzo culturale per tornare a parlare di pratiche collettive in cui riconoscersi e poter dire: non siamo soli a prenderci in carico la tutela e la cura del territorio”.

L’iniziativa è realizzata con il contributo di Fondazione Caritro, all’interno del Quarto Bando per progetti di volontariato culturale 2020 ed è supportata dai Comuni di Comano Terme, Rovereto e Terragnolo, dalla Cassa Rurale di Rovereto, dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea mediante l’iniziativa Marie Sklodowska-Curie e da più di 30 enti tra associazioni, istituti di ricerca, università, imprese sociali, movimenti e gruppi informali.

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