L’abbraccio

Si è ripetuto domenica scorsa fra il vescovo di Trento, mons. Luigi Bressan e il vescovo di Lima, mons. Adriano Tomasi, l'abbraccio fraterno del giorno della loro ordinazione, il 28 giugno 1964, da parte dell'arcivescovo metropolita mons. Alessandro Maria Gottardi. Erano 24 i neosacerdoti in quell'anno che si ritroveranno lunedì 23 nella cripta del Duomo. Tra i francescani figurava per l'appunto Tomasi poi inviato in Cina come missionario con mons. Ceol e in Perù allo scoppio delle persecuzioni comuniste.

Vite parallele in parte fra Bressan e Tomasi per gli studi a Roma e il lavoro in terra di missione, il primo come nunzio, Tomasi come responsabile della comunità cattolica cinese a Lima. Grati anche per i rapporti di collaborazione fra le diocesi, hanno voluto ringraziare il Signore e la comunità trentina per la vicinanza, l'affetto e la solidarietà durante il loro percorso di pastori. Sono stati accolti in cattedrale dal benvenuto del vicario generale Lauro Tisi, dal capitolo del Duomo e, in rappresentanza della municipalità, dal sindaco Alessandro Andreatta e dall'assessore Renato Tomasi. Molto partecipati i brani della corale parrocchiale diretta da Paolo Delama.

Al gruppo dei seminaristi in quella stessa mattinata era stata data la notizia della nomina di don Tiziano Telch a nuovo rettore (si veda sotto, assieme alle altre nomine) Don Tiziano Telch, mentre don Renato Tamanini dopo 16 anni lascia per la parrocchia di Aldeno, Cimone e Garniga Terme.

E' il primo degli appuntamenti di Bressan per i suoi tre genetliaci di prete (50 anni), vescovo (25) e responsabile della diocesi (15); nell'omelia egli ha paragonato l'assemblea riunita al Cenacolo con gli apostoli e Maria riuniti su ordine del Signore in attesa dello Spirito Santo, prima di “ripartire per il mondo”. Ha tributato ai genitori e all'ambiente trentino, specie a quello ecclesiale, l'educazione all'”assunzione di responsabilità, con senso del dovere”, anche se nessuno era in grado di conoscere “i dettagli della propria esistenza”. Ha poi parlato del “fermento del Concilio” particolarmente “vivace in quel 1964 che li ha “avvolti” nei 5 decenni trascorsi “senza pensare a nostalgie di passato o a una conversione che fosse pienamente raggiunta o alla pretesa di poter governare noi la libertà dello Spirito”.

Sulla loro strada i due vescovi recentemente si sono impattati nel prevalere degli individualismi – ha detto Bressan – e nella “babele” di politiche disoneste fino alla corruzione ed il disinteresse per il bene comune, solitudini psichiche ed esistenziali, marginalizzazione di chi è debole o ha minori appoggi. Infine con l'invocazione dello Spirito Santo su confratelli, sacerdoti e religiosi ha invitato tutti a pregare a sostegno dell'impegno di pacificazione di Papa Francesco per la Terra Santa, della chiamata di Dio al dono della vita per il Vangelo e la società, per il volontariato giovanile, la catechesi e le vocazioni. Al termine della Messa i due vescovi sono stati salutati da un prolungato applauso.

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