Affidati a Maria

In mille a Montagnaga nel ricordo dell'incoronazione mariana di 120 anni fa

Un atto di fede e devozione mariana, ma anche un invito alla speranza e al coraggio. La “regalità” della Madonna, ma anche le sfide e le preoccupazioni della comunità religiosa sono state richiamate dall'arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan domenica 11 agosto a Montagnaga in occasione del 120° anniversario dell’incoronazione dell’immagine della Madonna. Una delle tappe più importanti nella storia del santuario mariano di Pinè, sin dalla fine dell'800 centro diocesano di devozione mariana, fu la solenne incoronazione dell'immagine della Madonna avvenuta l'11 agosto 1894 da parte del principe vescovo Eugenio Carlo Valussi (1885-1903). All’epoca la Santa Sede concedeva soltanto due incoronazioni di immagini mariane ogni anno, e nel 1894 papa Leone XIII (1878-1903) la concesse al Santuario di Pinè, su supplica del Vescovo di Trento fatta nell’agosto 1893. Nelle cinque giornate della celebrazione (dal 11 al 15 agosto) intervennero Giovanni Haller, principe arcivescovo di Salisburgo, Simone Aichner, principe vescovo di Bressanone, Giuseppe Callegari, vescovo di Padova, Antonio Ferruglio, vescovo di Vicenza e Eugenio Carlo Valussi principe vescovo di Trento, e più di 100 mila fedeli. A tutt’oggi nella diocesi di Trento sono soltanto due le immagini mariane incoronate con decreto papale: la Madonna di Pinè a Montagnaga (nel 1894) e la Madonna delle Grazie di Folgaria (nel 1964).

Davanti a ben mille persone giunte da tutto il Trentino, a numerosi sacerdoti, ai sindaci di Baselga, Bedollo e Lona Lases, Alpini e Schützen locali, sono stati il parroco don Stefano Volani e del rettore del santuario don Giuseppe Seppi ad introdurre la cerimonia. “Oggi usare la parola “regina” e “incoronata” per rivolgersi a Maria può sembrare anacronistico o fuori moda – ha spiegato l'Arcivescovo nell'omelia – lo stesso Concilio Vaticano II ribadisce questi concetti pur in una luce e significato diverso. Oggi la Madonna è per noi innanzitutto un esempio di coraggio, speranza e impegno a non arrendersi di fronte alle difficoltà quotidiane e alle sfide della famiglia”. Nelle parole del vescovo il ricordo delle tante guerre che insanguinano il mondo, delle oppressioni che i cristiani subiscono ancor oggi, ma anche la disoccupazione giovanile che colpisce il 43% degli italiani. “Accogli con benevolenza l’atto d’affidamento che con fiducia facciamo davanti a questa immagine – ha concluso l’arcivescovo Bressan – custodisci la nostra vita tra le tue braccia, benedici e rafforza ogni desiderio di bene, insegnaci la predilezione verso i più piccoli, i più poveri, gli esclusi ed i sofferenti, raduna tutti noi sotto la tua protezione”.

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