“E’ la flessibilità la parola chiave”

Il parroco delle nove realtà, don Francesco Scarin, insiste sull'importanza di spostarsi per fare comunità

“Dall’Assemblea sinodale di Cadine dovranno uscire dei punti fermi sulle Unità pastorali: solo così questa forma organizzativa potrà dispiegare in pieno tutte le sue potenzialità”. L'auspicio, ben motivato, viene da don Francesco Scarin, ora parroco di Vallarsa e nel 2004 fondatore della prima Unità pastorale trentina, quella dell'Altopiano di Brentonico. Dopo qualche anno a Condino, anche lungo il Leno il religioso di origini veronesi sta coordinando un territorio che riunisce nove parrocchie: l'ultima a entrare a far parte della “grande famiglia”, che in totale conta 1.200 fedeli, è stata quella di Albaredo.

Quello dell'Unità pastorale è uno strumento in cui don Francesco crede molto, ma che per funzionare in maniera efficiente, realizzando il vero significato della comunione ecclesiale, ha bisogno di qualche raddrizzamento di tiro. “Fino a oggi i sacerdoti hanno fatto il loro meglio, ma con gli avvicendamenti si viene a creare un po' di confusione. Ci sono stati cambi di rotta, spesso coincidenti con lo spostamento del parroco, e questo ha rallentato il percorso. Dopo dieci anni è veramente ora di fare il punto della situazione”, spiega il sacerdote dalla canonica di Santa Maria, a Rovereto, dove vive e da dove parte quasi ogni giorno per raggiungere le chiese della valle vicina.

L'Unità pastorale di Vallarsa è nata il 10 giugno 2007, il primo parroco fu don Stefano Granello. Il cammino delle piccole parrocchie sulla sponda del Leno è proseguito con la guida di don Andrea Fava. “Credo che questa riorganizzazione sia la risposta pastorale ai tempi che la Chiesa sta vivendo, anche se non credo debba essere vista solo come conseguenza della diminuzione dei sacerdoti. C'è di più, è la prova di una vera comunione, al di là dei campanili”.

In Vallagarina ci sono quattro unità pastorali: Brentonico, nata nel 2004 quasi in contemporanea a Val di Gresta, Vallarsa e, la più recente, Lagarina delle sette chiese, in Destra Adige, costituita il 25 maggio scorso. “Ci stiamo muovendo verso una fede più viva, più incarnata. Le tradizioni sono importanti, ma non sono l'unica cosa da difendere. Credo molto nello slogan: 'Meno messe, più messa'”, continua il parroco di Vallarsa.

Riunire tante comunità diverse non è facile. Soprattutto all'inizio può capitare di andare incontro a frizioni. Lungo il Leno, ad esempio, l'ostacolo principale è stato quello dell'orario delle messe.

Don Francesco Scarin ha optato per mantenerne due fisse a S.Anna e Parrocchia, facendo ruotare le altre sei. Per altri aspetti, si è arrivati spontaneamente all'unione: in Vallarsa funzionava già una catechesi unica, un oratorio e un campeggio per tutti i bambini. “La condicio sine qua non per la riorganizzazione è costituire un Consiglio pastorale unico. Poco alla volta stiamo lavorando affinché ogni comunità sia dotata di un gruppo di lavoro che faccia da braccio operativo”, aggiunge il parroco.

La parola chiave, soprattutto nella fase di transizione, è “flessibilità”. “Bisogna imparare a essere mobili, a spostarsi per fare comunità. Quest'anno per la prima volta abbiamo celebrato il triduo pasquale a S.Anna, anziché a Parrocchia, perché si trova in una posizione più facilmente raggiungibile. C'è stata una buona partecipazione”.

È proprio nei momenti di condivisione che si respira lo spirito fondante dell'Unità pastorale. “C'è gioia di ritrovarsi per gli appuntamenti importanti della vallata, come durante 'Tintinnabula vallis arsiae’, l’evento per il rinnovo dell’atto di consacrazione”, racconta don Francesco che è stato anche l’ideatore della festa di compleanno dell’Unità pastorale Sacra Famiglia, a Condino, nata nel 2009.

La strada verso la coesione, in Vallarsa, secondo il parroco passa attraverso la formazione degli adulti, da gestire anche senza la presenza del sacerdote. Anche così si potranno avvicinare le due sponde del Leno.

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