La morte di Mugabe, padre-padrone dello Zimbabwe

La morte di Robert Mugabe, 95 anni, la settimana scorsa in una lussuosa clinica di Singapore, pone fine all’assai controversa vicenda che l’ha visto per alcuni decenni padre-padrone dello Zimbabwe.

Aveva suscitato vaste speranze il suo avvento al potere, nel 1980, dopo aver lottato contro il colonialismo ed essere stato per 11 anni detenuto ingiustamente nelle galere di quella che allora si chiamava Rhodesia. Nei primi anni aveva governato con moderazione guadagnandosi la stima di tutti, anche della minoranza bianca, che aveva gradatamente estromesso, ma non mortificato. Coltivava un’idea di “via africana al socialismo”, capace di coniugare giustizia sociale con il rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona.

Poi la strana metamorfosi che l’ha portato a metodi sempre più brutali ed a una completa catastrofe nella gestione della res publica. Le ripetute carestie che hanno falcidiato centinaia di migliaia di suoi concittadini in questi anni, una repressione in alcuni frangenti feroce che ha colpito lo Zimbabwe, si devono ascrivere ad una condotta scellerata che privilegiava i suoi personali interessi – e quelli del suo entourage e dei suoi fedelissimi pretoriani- rispetto alle esigenze fondamentali della sua gente che ha patito all’inverosimile e in tanti sono stati costretti ad emigrare in Sudafrica e nei paesi limitrofi.

Hybris che dà il potere! Insolenza e tracotanza che ha dell’inspiegabile! Pure la vicenda di Daniel Ortega in Nicaragua conosce la medesima traiettoria, partito rivoluzionario con la rivolta sandinista del 1979, si ritrova ad “occupare” il potere e a non volerlo lasciare. Era capitata la stessa cosa a Jean Bertrand Aristide, ad Haiti, tante speranze aveva suscitato tra gli sfruttati ed oppressi che lo osannavano, che poi si erano ritrovati disillusi e abbandonati.

Mugabe, un paio d’anni fa, aveva tentato di imporre alla presidenza la giovane moglie e stavolta gli era andata male, epilogo di una triste parabola, da liberatore a dittatore. E oggi lo Zimbabwe si ritrova immerso in drammatici problemi di sopravvivenza per la stragrande maggioranza della sua popolazione.

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