Sinigo ricostruisce la sua memoria

I sinighesi sono chiamati a riconoscere le persone raffigurate nelle foto d'epoca, aiutando gli archivisti a risalire all’anno e all’occasione degli scatti

Merano – La frazione di Sinigo, alle porte delle città del Passirio, lancia nuovi messaggi a partire dalla sua storia. A partire da questa settimana vi si apre una mostra fotografica che presenta le due dimensioni, quella del passato e quella dell’attualità. “Volti di Sinigo, ieri e oggi – Sinicher Porträts, gestern und heute” è un progetto del comune di Merano che coinvolge la Biblioteca civica, la scuola elementare, il centro giovani Tilt e la parrocchia. Collaborano attivamente l’Archivio provinciale e il Fotoclub Immagine.

L’idea parte dalla disponibilità, presso l’Archivio, di un fondo fotografico intitolato “Sisto Sisti”. È il nome di un personaggio che ebbe un ruolo rilevante nei primi decenni di vita di Sinigo. Fu, per molti versi, il fotografo del paese dagli anni Trenta agli anni Cinquanta del Novecento. Proprio a quegli anni risalgono le immagini che ora, in una selezione, vengono esposte nei locali dell’ex Dopolavoro, affiancate ad una trentina di scatti, opera dei soci del Fotoclub Immagine. Ma non è tutto qui. In quattro luoghi significativi di Sinigo (la biblioteca, la scuola, il centro parrocchiale e lo stesso Dopolavoro) sono stati installati dei pannelli informativi e su un tavolino scorrono immagini storiche in una cornice digitale mentre è consultabile un album che raccoglie foto “da catalogare”. L’aspetto “interattivo” dell’iniziativa è esattamente questo: i sinighesi sono chiamati a riconoscersi o a riconoscere le persone raffigurate nelle foto, aiutando gli archivisti a risalire all’anno e all’occasione degli scatti. In tal modo tutta la popolazione contribuisce alla ricostruzione della memoria di una piccola realtà, quella di Sinigo, che però ha rilevanza provinciale, perché racchiude in sé, per molti versi, tutta la storia altoatesina del secolo breve.

Sinigo sorse negli anni Venti del Novecento e la sua nascita è legata a due circostanze particolari. La prima vede come protagonista la società Montecatini che cercava nel Meranese un sito per la costruzione di uno stabilimento chimico che usasse l’energia prodotta dalla centrale elettrica di Marlengo. La Merano turistica si sentì minacciata da questo proposito e fu così che la fabbrica fu relegata in un luogo allora pressoché disabitato. La fabbrica, che dopo la guerra ebbe la sua evoluzione in quella Memc che oggi annuncia centinaia di licenziamenti, produceva concimi chimici. Attorno alla Montecatini sorse il cosiddetto “villaggio”, fatto di case destinate ai quadri e al personale specializzato e di strutture per gli operai. Contemporaneamente, a fine anni Venti, l’Opera Nazionale Combattenti (ONC) avviò l’opera di bonifica dei prati allora paludosi del fondovalle e creò un’azienda agricola su terreni in parte espropriati, in parte acquisiti come risarcimento di guerra. Sorse così una borgata agricola (il “Borgo Vittoria”) che col tempo si fuse col “villaggio Montecatini” nell’unica realtà di Sinigo.

La mostra fotografica è visitabile fino al 25 maggio.

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