“Torneremo a vivere la bellezza dei gesti semplici”, dice Luca Vettori, opposto della Trentino Volley

Una delle passioni di Luca Vettori è la radio

Dopo la sospensione dei campionati nazionali, l’emergenza coronavirus ha portato anche allo stop delle coppe europee praticamente in tutte le discipline, lasciando così alla quarantena anche la categoria degli sportivi professionisti. La Trentino Volley, seguendo le disposizioni governative, ha deciso già dallo scorso 12 marzo di sospendere gli allenamenti, invitando a rimanere nelle proprie abitazioni staff e giocatori, tra cui l’opposto Luca Vettori a cui abbiamo chiesto come un atleta vive questo particolare momento? 

È un po’ complicato, come credo sia un pochino per tutti. La nostra situazione rispecchia forse quella del mondo dello spettacolo, ma se artisti, cantanti e attori si trovano a dover posticipare i loro appuntamenti, noi abbiamo un calendario ben prestabilito con tanti impegni che poi proseguono anche durante l’estate, e dato che attualmente non sappiamo quando si potrà riprendere ci sarà bisogno di una nuova calendarizzazione. Saranno tante cose che andranno valutate anche rispetto al coronavirus e alle disposizioni da seguire per potersi allenare. Ad oggi ci stiamo allenando in casa, facendo attenzione alla dieta e tenendoci in movimento con qualche esercizio, ma lo sport è un’altra cosa.

Come è stata vissuta questa situazione all’interno dello spogliatoio della Trentino Volley?

Ci eravamo ripromessi di fare una conference call tutti assieme, ma stiamo cercando lo strumento adeguato per poterci connettere tutti. La società ci ha rassicurati: c’è il desiderio di continuare a farci allenare appena sarà possibile e trovare delle soluzioni per tornare a giocare, un’idea che ci tranquillizza nell’affrontare queste giornate, da vivere con pazienza e cura pensando a quello che sarà il prosieguo dell’attività.

In cosa si è stravolta la tua quotidianità?

Sicuramente mi manca l’attività pallavolistica, una sensazione di vuoto che avevo già provato l’anno scorso quando mi ero fermato durante l’estate. Credo che sia un qualcosa da vivere e su cui riflettere. Nella quotidianità mi trovo a dover gestire un grande tempo libero sentendo la mancanza di questa attività, ne approfitto per mettere in ordine tutto quello che, un po’ come tutti, ho lasciato da parte finora, e per cercare qualche spiraglio rispetto a quella che potrebbe essere un’attività futura, tra la radio, un po’ di scrittura e alcune letture.

Sappiamo che oltre allo sport hai sempre coltivato altri interessi, a cosa ti dedichi durante questa pausa forzata?

Con Matteo Piano abbiamo realizzato alcuni podcast di Brododibecchi sulle pratiche poetiche che si possono fare a casa, cioè i piccoli gesti di cui magari ci si dimentica. Abbiamo affrontato i temi del disegnare, del leggere a voce alta, del camminare un po’ col pensiero ed infine dello scrivere. Cerchiamo di assemblare cose scritte da noi, alcune letture e qualche intervista, chiacchierando con persone che ci hanno aiutato a raccontare queste soluzioni. Io poi sto ascoltando abbastanza radio, verso sera qualche buon film e sto leggendo un po’ di cose per preparami a questi podcast, oltre che varie riviste che avevo accumulato, il tutto in modo molto semplice e rilassato.

Cosa ti manca di più oltre all’allenamento?

Sicuramente il contatto umano, con gli amici e con la famiglia, che è a Parma mentre io sono rimasto a Trento. La virtualità riesce vagamente a sopperire, ma come dice la poesia di Mariangela Gualtieri, a fine quarantena rivivremo la bellezza di una stretta di mano e di un abbraccio, stiamo tutti covando il desiderio di questi gesti semplici.

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