Arco, accordo sul canone concordato sottoscritto da sindacati e proprietari

È stato siglato l’accordo tra sindacati degli inquilini e rappresentanti dei proprietari sul canone concordato per il Comune di Arco. L’intesa raggiunta oggi in Cgil del Trentino segue quella di Riva del Garda, e interviene in un territorio dove il problema della casa è particolarmente grave, anche per la pressione degli alloggi turistici.

L’intesa è stata sottoscritta da Sunia Cgil, Uniat Uil, Sicet Acli (per gli inquilini) e Federproprietà, Unione Piccoli Proprietari e Confappi (per i proprietari).

In questo modo viene fissato un intervallo di valori per la definizione del canone d’affitto, con un livello massimo ridotto tra il 20 e il 30% rispetto al prezzo di mercato.

Il proprietario dell’immobile che aderisce a questa tipologia di contratto ne ha un vantaggio fiscale con un’aliquota più che dimezzata (10% anziché 21%) sulla cedolare secca, e un imponibile nettamente ridotto (66,5% anziché 95%) dell’Irpef.

Quanto alla durata, il contratto concordato prevede la formula del 3+2, cioè un minimo di tre anni, rinnovabili tacitamente con altri due, mentre la formula libera prevede il 4+4. Ad ogni rinnovo il canone viene aggiornato con percentuali fisse.

Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stato espresso dall’assessora al bilancio del Comune di Arco, Francesca Modena, che ha annunciato che l’amministrazione di Arco valuterà la strada migliore per arrivare anche ad una riduzione dell’aliquota Imis per i proprietari, per facilitare l’immissione sul mercato di alloggi a prezzi accessibili.

A breve si dovrebbe arrivare alla firma di un’intesa territoriale per Rovereto, hanno anticipato i rappresentanti dei proprietari Severino Rigotti (Confappi), Marcello Condini (Federproprietà) e Giampiero Cozzio (Unione Piccoli Proprietari). Poi si comincerà a lavorare su Pergine.

“La nostra richiesta, avanzata anche alla Provincia, è quella di modificare la legge provinciale sull’Imis – hanno affermato i rappresentanti dei sindacati degli inquini, Manuala Faggioni (Sunia Cgil) e Fausto Gardumi (Sicet Acli) – aumentando l’aliquota a chi tiene gli alloggi sfitti e incentivare invece, attraverso la riduzione della stessa aliquota, chi li rende disponibili sul mercato. Ci auguriamo si vada in questa direzione”.

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