Rivoluzione d’agosto

I morti nel Mediterraneo, gli sbarchi soprattutto sulle coste italiane e greche, gli scontri in prossimità di numerose linee confinarie dei Paesi della Ue, i respingimenti, la disorganizzazione complessiva dei centri di accoglienza (vedi alle pagine 5 e 10), hanno provocato dure prese di posizione da parte dei vertici della Chiesa cattolica a cominciare dal Papa, seguito dal Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, ed infine dal suo Presidente, card. Angelo Bagnasco. Un'autentica rivoluzione nella comunità religiosa e civile per le severe valutazioni sulla situazione attuale, specie in materia di migranti, le critiche ai politici e al governo e il richiamo all'intera classe dirigente alla “ricostruzione” del paese.

Agosto è vissuto nel clima incandescente, in analogia a quello torrido della prima quindicina del mese, a causa della contrapposizione fra Chiesa e politica, parzialmente attutito dopo Ferragosto, dal cambiamento nei toni, come gli scrosci d'acqua che hanno condizionato la temperatura, smorzando la calura e portando un po' di refrigerio a uomini e natura.

Ai primi d'agosto, al rientro da una visita alle tendopoli di rifugiati in Giordania, mons. Nunzio Galantino ha definito “piazzisti da quattro soldi, piazzisti di fanfaronate da osteria, chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti” taluni leader che avevano contestato le dichiarazioni del Papa sugli emigrati, accusando la Chiesa di “guadagnarci con gli immigrati”. Francesco ha parlato ripetutamente di “crimini nel silenzio” e di “comunità internazionale inerte” di fronte alle persecuzioni contro i cristiani e alle vittime del fanatismo e dell'intolleranza. Di cambiamenti, salvo un'Italia che cambia pelle, e che fa dire ad Umberto Eco che “la storia si capovolge” con un vescovo di Santa Romana Chiesa accusato di “comunismo” per le sue idee umanitarie e con “l'estrema destra scagliata contro il clero”, conseguenti alle dure prese di posizione di Francesco e di mons. Galantino, a dire il vero, se ne sono visti pochi. Non è mai cessata l'attività nei soccorsi con il salvataggio di migliaia di profughi, né è diminuito l'ostruzionismo ad una dignitosa accoglienza da parte dei partiti di destra e soprattutto della Lega Nord che è sbarcata anche nel Basso Chiese e in Rendena con il suo segretario Matteo Salvini per caricare le batterie del suo elettorato contro l'immigrazione. Il Trentino per alcuni giorni si è così trasformato in palcoscenico nazionale, con echi anche a livello internazionale della competizione fra Galantino e Salvini, entrambi ospiti in Val Rendena per un breve periodo di ferie. La montagna pare abbia giovato ad entrambi, inducendo il Segretario della Cei a rinunciare alle celebrazioni degasperiane dove era annunciata la sua “Lectio” sullo statista, letta da altri e riportata integralmente da Vita Trentina nelle pagine interne, dove il peso delle parole è stato mantenuto intatto, come pure la chiarezza delle idee, mentre Salvini dopo i comizi si è concesso una brevissima vacanza fuori dai riflettori.

Alcide De Gasperi è stato indicato da Galantino “non solo” come “leader del centrismo”, ma quale uomo di Stato e di credente che “ha saputo guardare alla democrazia politica e alla forma repubblicana come a un approdo ineludibile per l'Italia”, subendo lungo il cammino – scrive Galantino – “l'ostracismo” di Pio XII e contrastando i ”conservatorismi” politici ed ecclesiastici. Per ogni decisione, comunque De Gasperi, nel suo nuovo modello di democrazia, ha posto il parlamento. “L'esperienza degasperiana della ricostruzione italiana – sottolinea Galantino – è un'esperienza popolare” e “una forma alta di partecipazione e insieme una dimostrazione di ciò che si può realizzare quando la si assume davvero come una missione di servizio”.

Il Segretario della Cei non ha risparmiato le sue critiche alla politica (“piccolo harem di cooptati e furbi”), al populismo leghista (“i populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi”), al riformismo senz'anima che rischia di diventare “puro movimento”. Ma “senza politica – ha pure aggiunto – si muore”. Nella sua Lectio Galantino lascia intravvedere la rottura delle cosiddetta “logica dello scambio” ovvero la contrattazione di leggi favorevoli alla Chiesa tra governo e Cei e quindi del rapporto privilegiato con il potere politico. Il cardinal Angelo Bagnasco gli fa eco dichiarando che in fatto di Stato e Chiesa “nessuno può fare delle ingerenze, nel modo più assoluto: tutti devono portare il loro contributo rispettando le responsabilità di ciascuno”. Dal Meeting Cl di Rimini, infine, arriva la voce del premier Matteo Renzi che dichiara: “Non cederemo mai per tre voti al messaggio che vuol far diventare l'Italia la terra della paura, rinunciando a secoli di umanità”. Che l'Italia si stia risvegliando in senso degasperiano?

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