In piazza contro il terrore

La risposta anche della comunità trentina ai nuovi attacchi nel cuore dell’Europa

Trento, 22 marzo – Di nuovo in piazza. Anche a Trento. Piazza Duomo come Place de la Bourse a Bruxelles, diventata, dopo gli attentati rivendicati dall’autoproclamato Stato Islamico (IS) che in mattinata hanno provocato in Belgio 32 morti e oltre 200 feriti, il luogo del cordoglio, del ricordo, ma anche della resistenza al terrore.

Sono quasi le 8 del mattino quando all'aeroporto internazionale Zaventem esplodono due ordigni. Un'ora più tardi, nella metro alla fermata di Maelbeek, a poca distanza dai palazzi sede delle istituzioni europee, un'altra esplosione. Il Belgio ripiomba così nel terrore dopo che, negli ultimi tre giorni, ha assistito a una vera e propria caccia all’uomo che ha portato all’arresto di Salah Abdeslam, ricercato per gli attentati di Parigi del 13 novembre. Bruxelles come Parigi nel novembre e nel gennaio 2015 e, prima ancora, sempre Bruxelles (la strage alla sinagoga nel 2014), Londra (2005), Madrid (2004).

Quando ancora non sono chiari i contorni delle nuove stragi nei luoghi frequentati abitualmente da chi vive e lavora nella capitale belga, si invoca chiarezza sull’identità dei terroristi e si pretende fermezza di fronte alla violenza cieca e barbara. Mentre altre voci, interessate a raccogliere consenso elettorale a basso prezzo, chiamano l’Occidente alla “guerra santa”, invocano la chiusura di ogni frontiera e la costruzione di una anacronistica “fortezza Europa”: esattamente ciò che vuole il terrorismo, sotto qualunque bandiera operi, e cioè diffondere paura, seminare sospetto, instillare rancore. Odio chiama odio, violenza chiama violenza. E’ la logica dell’IS che, mentre perde terreno sui campi di battaglia in Siria e in Libia, sposta l’attenzione sui check-in di un aeroporto europeo e su una stazione della metro affollata di pendolari.

Per rispondere a chi semina il terrore, anche a Trento in serata si riunisce in piazza Duomo una piccola folla di cittadini, in risposta all'invito del Forum Trentino per la pace e i diritti umani e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Al momento di raccoglimento in solidarietà alle vittime di questo nuovo attacco al cuore dell'Europa prendono parte anche il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, e il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti. E c'è pure una rappresentanza delle famiglie siriane giunte in Italia alla fine di febbraio con un corridoio umanitario e ospitate dalla Diocesi a Villa San Nicolò, nei pressi di Ravina. La loro presenza aiuta a ricordare lo stretto legame tra “la violenza cieca” (così la definisce Papa Francesco nel suo messaggio di cordoglio per le vittime degli attentati di Bruxelles) e la violenza dei conflitti che insanguinano la Siria, l'Iraq, l'Afghanistan, la Libia, lo Yemen, e troppi paesi africani.

“E’ stata colpita Bruxelles, è stato colpito il cuore dell’Europa”, dice Massimiliano Pilati, presidente del Forum Trentino per la pace e i diritti umani. “Proprio per questo il messaggio che vogliamo dare è: partiamo dall’Europa, per difendere i diritti umani di tutti, dei turisti e dei cittadini innocenti, come delle popolazioni che subiscono i bombardamenti indiscriminati” nei vari teatri di guerra, conclude, portando poi il saluto e la vicinanza del presidente della comunità islamica del Trentino, Aboulkheir Breigheche, impegnato in un viaggio fuori dell’Italia. Il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, chiede fermezza “nel dire no ad ogni estremismo, ad ogni fanatismo, ad ogni violenza”; coraggio “per non cedere al terrore”; impegno “a costruire forme di convivenza, nel mondo, ma anche nelle nostre comunità”. Il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, invoca un risveglio delle coscienze: “Abbiamo costruito un’Europa della pace e della solidarietà e dobbiamo difenderla di fronte a questi attacchi, per difenderne così i valori di solidarietà e di civiltà. Non rinunciamo a costruire percorsi di pace e di convivenza, ne abbiamo bisogno per il nostro futuro”. Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil del Trentino, ai microfoni di radio Trentino inBlu arrotonda il concetto: “Questi terroristi vogliono negare la nostra libertà. Noi dobbiamo riuscire a sconfiggerli usando anche la forza, ma riaffermando i nostri principi di civiltà e di libertà”. Quei principi che, mentre ancora echeggiano le tristi notizie da Bruxelles, fanno invocare pace, rispetto reciproco, pratiche di mutuo sostegno a Papa Francesco e agli organismi europei della Chiesa cattolica (il Consiglio delle Conferenze episcopali in Europa e la Commissione degli episcopati della Comunità europea), così come alle altre confessioni cristiane e alle grandi fedi religiose presenti sul continente. Alla ferma risposta delle autorità si deve accostare questo faticoso, testardo e coraggioso stile di convivenza, che la Conferenza delle Chiese europee (Kek) esplicita nell’invito a “dare risposte di pace nelle ore e nei giorni che seguiranno”.

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