Il diritto a non emigrare

Merano – Di fronte alle migrazioni di questi mesi la Caritas Italiana, oltre a sostenere tutti coloro che si prodigano in opere di accoglienza sul territorio italiano, ha promosso (assieme alla fondazione Missio e alla Focsiv) la campagna dal titolo “Il diritto di rimanere nella propria terra”, per promuovere e garantire a ciascuno il diritto di restare nel proprio Paese vivendo in modo dignitoso, secondo gli auspici di papa Francesco. Come ha dichiarato la CEI nel suo recente Vademecum, “il doveroso impegno di accoglienza non deve farci dimenticare le cause del cammino e della fuga dei migranti che arrivano nelle nostre comunità: guerre, fame, disastri ambientali, persecuzioni politiche e religiose”.

Alla campagna tesa a riconoscere il “diritto a restare nella propria terra” partecipa in Alto Adige il Pozzo di Giacobbe – Jakobsbrunnen, con due microrealizzazioni in Mali. Si tratta di progetti che promuovono l’apicoltura e la piscicoltura, garantendo così ad alcuni giovani un lavoro e una prospettiva professionale duratura. La mancanza di occupazione e di sostentamento per la propria famiglia è infatti spesso causa di emigrazione forzata verso altri Paesi.

“Riconoscere il diritto a non emigrare – sottolinea il Pozzo di Giacobbe in una nota – è cosa ben diversa dalla politica dell’‘aiutiamoli a casa loro’, che spesso è solo l’alibi per chiudersi all’accoglienza delle persone che fuggono da situazioni invivibili. Accoglienza e promozione delle economie dei Paesi poveri devono andare di pari passo, se vogliamo essere credibili”.

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