Pari opportunità, un passo avanti

Ricatti sessuali per avere assunzioni, part time o progressioni di carriera, molestie, violenza fisica, stalking, persecuzione e mobbing. Sono i casi di violenza sul luogo di lavoro registrati in Trentino.

Per contrastare questo fenomeno, martedì 14 febbraio, è stato siglato un accordo quadro da Cgil, Cisl e Uil e da 11 categorie datoriali, tra cui Confindustria, Confcommercio, Assoartigiani, Coldiretti e Cooperazione trentina.

“Un accordo di grande valore che dimostra – spiega Sara Ferrari, assessora provinciale per le pari opportunità – come in Trentino sia cresciuta notevolmente, grazie anche alle molte iniziative messe in campo dalla Provincia, la consapevolezza di questo problema sociale”. L'impegno è quello di fare formazione all'interno delle aziende, verificando la possibilità di accedere alla formazione prevista dalle norme vigenti e dai contratti, e di istituire un tavolo di monitoraggio per adottare azioni concrete di prevenzione e di sensibilizzazione “perché le molestie non siano più considerate accettabili, anzi escano allo scoperto, cosa difficile, laddove c'è il ricatto della perdita del posto di lavoro”.

Negli ultimi anni ammontano al 5% le denunce in contesti di lavoro. “Il sommerso in questi casi – aggiunge Ferrari – è ancor più alto rispetto al fenomeno della violenza sulle donne, perché c'è l'aggravante del rischio della perdita del posto di lavoro”.

“Negli ultimi 3 anni in Italia – interviene l'avvocata Eleonora Stenico, consigliera di parità per la Provincia di Trento – le denunce per questo tipo di reato sono state circa 400 mila in Italia, ossia circa il 12% delle donne lavoratrici, 30 i casi accertati in Trentino nel 2015. Ma i casi che non vengono denunciati per paura di ritorsione, che restano dunque impuniti, sono molti di più”.

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