“I bambini chiedono relazioni stabili”

Nel 2016, 965 richieste riguardanti tematiche quali separazione o divorzio, allontanamento, assistenza economica, tempo libero, scuola, mobbing, autodeterminazione dei giovani, internet…

Bolzano – Chiara, 8 anni, è vittima di mobbing a scuola, ha episodi di enuresi notturna e non vorrebbe uscire più di casa. Claudio, 5 anni, vive in affidamento famigliare, perché la sua mamma non riesce a occuparsi di lui a sufficienza. Greta, 13 anni, non ha il coraggio di raccontare ai genitori che lo zio la palpeggia nelle parti intime. Thea, 12 anni, non ha nessuno che vada a svegliarla la mattina, le prepari la merenda o le chieda come va a scuola. Samira, 16 anni, ha attraversato il Mediterraneo a bordo di un barcone, è finita a Bolzano e non sa se i genitori siano riusciti anche loro a fuggire dalla guerra. Nomi modificati, ma situazioni reali. Di questo si occupa a Bolzano l’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza (Kija: Kinder- und Jugendanwaltschaft): di bambini e adolescenti trascurati, esclusi o vittime di mobbing e bullismo.

Come si evince dalla relazione presentata in questi giorni, nel 2016 le collaboratrici della “Kija”, presieduta da Paula Maria Ladstätter, si sono occupate di 965 richieste, riguardanti tematiche quali separazione, divorzio, allontanamento, assistenza economica, tempo libero, asilo, scuola, mobbing, autodeterminazione dei giovani, internet e tutela giovanile.

“Bambini e adolescenti”, spiega la garante, “chiedono relazioni stabili, sicurezza e integrità fisica, hanno bisogno di fare esperienze adatte alla loro età, di struttura, di stabilità, di amicizia, di rapporti sociali e di un futuro certo. In Alto Adige sono molti i minori trascurati, esclusi o vittime di mobbing, che vivono situazioni di violenza sessualizzata, fisica o psichica”. L’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza è il luogo in cui trovano ascolto in un ambiente protetto. “Le consulenze e le mediazioni assorbono la grande maggioranza del nostro tempo. Il contatto e confronto diretto con i bambini e gli adolescenti è per noi un momento importante. Alla loro tutela è dedicato il nostro impegno”. Nel breve periodo intercorso dalla sua istituzione, la “Kija” è andata integrandosi in una rete di cooperazione e interscambio, grazie alla quale è oggi in grado di assolvere con rapidità ed efficienza, al suo compito istituzionale di difesa e sostegno dei minori. “Prodigandosi nella cura del rapporto con altri servizi, altre istituzioni e varie autorità, la ‘Kija’ ha in atto valide collaborazioni e conosce a fondo le potenzialità a cui poter eventualmente attingere”. Organizza conferenze, incontri d’informazione sui diritti dei minori, illustra la gamma di servizi prestati e incontra scolaresche e gruppi di adulti per discutere e confrontarsi. “Sono le richieste che arrivano ogni giorno a definire i contenuti del nostro lavoro. Quanto mai varie e complesse, ci colmano però di soddisfazione e gioia quando si riesce a trovare una soluzione o intravvedere la possibilità di uno sviluppo positivo”.

Nel 2016 le consulenze si sono svolte per lo più via telefono (793), 125 sono stati i colloqui “face to face”, 29 le consulenze via e-mail, 11 tramite WhatsApp e sette via Facebook. Dei 551 fascicoli trattati nel 2016, 215 sono stati quelli di nuova apertura, i restanti provengono dagli anni precedenti.

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