Le foto “fissano” una storia comune

Il nuovo Comune di Vallelaghi trae dal bianconero ispirazioni per il suo impegno unitario

Vallelaghi, il comune alle pendici della Paganella, nato nel gennaio del 2016, che accorpa i centri abitati sulla destra appena superato il Bus de Vela scendendo verso il lago di Toblino, ha trovato in un patrimonio fotografico, frutto di oltre 30 anni di lavoro di raccolta, un terreno sul quale riflettere e a cui ispirare i propri progetti per il futuro.

Di oltre cinquemila istantanee le migliori sono state riportate in un volume stampato recentemente per i tipi della Litotipografia Alcione a cura dall'amministrazione comunale in collaborazione con il “Gruppo culturale Nereo Cesare Garbari” e le associazioni “La Roda” e “Retrospettive”. Sono state suddivise in tredici aree tematiche in base ad una logica stabilità dall'apposito comitato scientifico formato da Ettore Parisi, Rosetta Margoni, Pierluigi Daldoss, Verana Depaoli e Silvano Maccabelli. Riguardano i panorami e gli scorci di paese, parlano di acqua, di trasporti, di lavoro, di emigrazione, di guerre, di religiosità, delle varie componenti delle comunità frazionali che hanno conosciuto momenti storici unitari e altri di separazione Municipale all'origine nel tardo Medioevo riconducibili alla comunità di Pedegazza (Piede del Gazza) l'entità giurisdizionale che legava sin dal 1447 Lon, Fraveggio, Covelo, Santa Massenza, Ciago, Vezzano, Terlago, Ranzo, Margone. Si tratta di collettività – come sottolinea il sindaco Gianni Bressan nella prefazione – che hanno un'identità ben definita, costituita da da persone forti, di montagna, abituate alla fatica e alle avversità, per questo capaci di essere grate alla vita. Tutto questo grazie ad una terra aspra e dolce, generosa e severa. “Siamo capaci – scrive il sindaco – di godere appieno del nostro territorio e di ciò che che esso ci ha sempre regalato: uomini e donne in grado di utilizzare con saggezza il vento, la terra le acqua”. Per l'assessore alle attività culturali Verena Depaoli, quest'opera enfatizza le peculiarità, ma soprattutto raccoglie il maggior numero di reperti per renderli fruibili in chiave complessiva, con un occhio rivolto ai comuni valori della zona fotografata.

Il titolo “Da Pedegaza a Vallelaghi”, secondo Rosetta Margoni, porta a viaggiare tra l'antico Pedegaza e l'attuale Vallelaghi, toponimi figli di tempi diversi, ma che indicano una comune appartenenza geografica e culturale delle undici frazioni. Per Silvano Maccabelli, tra i curatori, nell'odierna Vallelaghi ciò che la Storia talvolta ha diviso, la Geografia – democraticamente – ha ancora una volta riunito. Capitoli e foto sono corredate di didascalie che consentono di meglio interpretare la realtà riprodotta e di inserirla nel giusto contestato sociale.

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