Castel Belasi fiorisce d’estate

I recenti restauri restituiscono affreschi rinascimentali di episodi mitologici quale il Giudizio di Paride e altri soggetti religiosi

E' un'estate straordinaria quella che sta vivendo Castel Belasi nel Comune di Campodenno, dove è stata rifatto l'impianto elettrico per dare maggiore visibilità anche notturna agli eventi che sono stati programmati per i mesi estivi inseriti nel circuito provinciale “Dicastellincastello”.

Castel Belasi, del secolo XII, che prende il nome da un gruppo di ministeriali esattori delle tasse, i Belasi in Bassa Valle di Non, passato ai conti Khuen nella prima metà del 1300, si trova infatti in buona compagnia ad un tiro di schioppo dalla “Torre della Vision”, osservatorio strategico sulla Rotaliana e l'imbocco della valle di Non (vedi a pagina 30, ndr), da castel Thun, entrambi nel comune di Ton, da castel Belfort, castel Sporo Ruina di Sporminore, l'Eremo di San Pangrazio, castel La Santa, castel Enno e castel Corona, per citare i complessi che fungevano nel passato da fortezza e da residenza nobiliare o da luogo di culto.

Dopo gli investimenti per una dozzina di milioni, erogati dalla Provincia Autonoma di Trento, che hanno consentito, a partire dal 2005, numerosi interventi di consolidamento delle strutture murarie e di restauro conservativo delle varie porzioni del maniero, il Comune di Campodenno, guidato dal riconfermato sindaco Daniele Biada, sta per effettuare un nuovo intervento di circa due milioni di euro. Intende infatti mettere in sicurezza alcuni percorsi per i visitatori, allestire i locali di accoglienza e un alloggio per il custode, nonché una struttura ricettiva (bar e ristorante) per gli ospiti. Tutto ciò è stato possibile dopo l'acquisizione nel 2000 da parte dell'amministrazione comunale del patrimonio edilizio storico dei Conti Khuen e della vicina chiesetta “in agro” e cioè in aperta campagna nella frazione di Lover, acquistata dalla stessa famiglia nobiliare nel 1800 come luogo di devozione e sepoltura dei suoi componenti (Franco morto nel 1844 e Giovanni Battista deceduto nel 1899), dedicata ai santi Filippo e Giacomo, affrescata dai fratelli Giovanni e Battista Baschenis, nella seconda metà del secolo XV.

Di milioni per completare i lavori, secondo Biada, ce ne vogliono molti altri. Il Comune si era dichiarato disponibile anche a cedere l'intero complesso pur di veder realizzato, magari da privati, il sogno della popolazione locale per questo suo gioiello che ad ogni intervento svela dei particolari inediti, affascinanti, soprattutto negli affreschi.

Esauriti i primi contributi era seguita una fase di ripensamento con qualche iniziativa episodica per far conoscere anche questo bene del passato alla gente di oggi. In questo recupero della memoria storica sono coinvolti con gli amministratoti anche il personale municipale, le guide dell’associazione “Anastasia” e molte persone del posto, specie i giovani. Nella visita abbiamo potuto contare sulla disponibilità del vigile urbano Paolo Dalpiaz, autodidatta, buon conoscitore della storia d'Anaunia.

Il nuovo apporto finanziario provinciale ha, per così dire, galvanizzato giunta e consiglio comunale di Campodenno, nonostante la scarsa disponibilità di risorse proprie integrative per un nuovo lotto di opere onde favorire l'accesso in piena sicurezza, frantumando definitivamente il diaframma che per almeno un secolo (1900) ha relegato Castel Belasi nel totale oblio, con conseguenze disastrose al suo stato di conservazione, un danno irreparabile a molti affreschi e la scomparsa dell'intero arredo.

Nei giorni scorsi il progettista e direttore dei lavori, l'architetto Fabio Bartolini, ha certificato l'ultimazione dei lavori di restauro e recupero architettonico con interventi di consolidamento immobiliare di Castel Belasi del III lotto e di restauro di due zone affrescate, opera quest'ultima portata a compimento dall'impresa di Enrica Vinante.

Fra gli affreschi recuperati, gli stemmi di casa d'Austria col Toson d'oro e dei Khuen Belasi nella corte grande, risalente al 1559, la crocifissione nella cappella interna, la Sala del Giudizio di Paride, affresco sul racconto mitologico di splendida fattura, ricco di personaggi. Altri affreschi a tema mitologico, con una caratteristica unica, quella di essere inseriti in paesaggi alpini, rappresentano la grande novità di quest'estate 2015.

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