Cosa si può scrivere con undici parole? Un SMS, un promemoria, un biglietto sul frigo, la lista della spesa. Si può anche scrivere una poesia: un petit-onze (piccolo undici), per la precisione. E sono tutte piccole poesie di undici parole quelle contenute nel libro “Alberi di parole” (EDT-Giralangolo; età 7+), scritto da Pino Pace e Alessandra Racca, con le divertenti illustrazioni di Gianni Puri. Alberi perché è a loro che assomigliano queste poesie una volta scritte sul foglio bianco.
Il petit-onze, infatti, è una composizione di undici parole e cinque versi, che segue l’unica semplice regola per la quale il primo verso contiene una parola sola, il secondo due, il terzo tre, il quarto quattro, il quinto, di nuovo, una sola: il risultato visivo è, appunto, un piccolo albero. A inventare questa forma di scrittura breve e molto originale sono stati i poeti surrealisti, si dice in particolare sia stato il poeta e scrittore francese André Breton ad averla coltivata per contrastare la magniloquenza della poesia del suo tempo.
Non sono i componimenti orientali detti aiku, ma qualcosa di completamente diverso, più immediato, perché l’utilizzo delle rime è liberamente lasciato al piacere di chi le scrive. Così, dopo aver letto, i simpatici “alberi” di questo libro, si può giocare a formarne degli altri e le possibilità sono veramente tante: si può descrivere una situazione, un luogo, un fiore, inventare un indovinello, parlare di sé stessi o di ciò che piace, indirizzare un pensiero d’amore a qualcuno, descrivere uno stato d’animo, raccontare un piccolo episodio.
Questi brevi componimenti, rapidi ed incisivi, sono uno strumento perfetto per giocare con la lingua, scoprire il potere evocativo delle parole e lavorare di fantasia. Un gioco divertente e intelligente da fare con i bambini, ma anche con i ragazzi e gli adulti, scrivendo di getto e lasciandosi sorprendere dal risultato.