Cis, via le uve, largo alle mele

All’inizio del 1200 si parla di un de Cissio e nel 1384 il paese è citato come in Villa Cissi. Potrebbe derivare da cis-clivium cioè “al di qua del pendio”; oppure dal latino caesum (da cesa, taglio del bosco). O ancora da una forma del dialettale cesa, cioè siepe. Per alcuni invece dal cognome Cis che ha origini ledrensi. Il paese è stretto tra le valli dei torrenti Barnés e Noce e alla porta della Val di Sole.

Nel Medioevo dipendeva dalla Pieve di Livo ed era sede di un castello. La chiesa quattrocentesca è dedicata a S. Giorgio. Fino ai primi del ‘900 i declivi erano coltivati a vigneto con uve Groppello. Poi la frutticoltura ha soppiantato i vigneti. Lo stemma di Cis adottato il 28 novembre 1991 e modificato l’11 dicembre allude al paesaggio e all’economia del luogo e alla concordia nella comunità.

Partito di rosso e di verde, al castello d’oro, murato di nero, nascente da uno scaglione ondoso d’argento, rovesciato e ribassato, posto in punta, sovrastato da due “destrocheri” (braccia) d’oro disposti in fascia, moventi dai fianchi dello scudo, uniti in una stretta di mano nel punto d’onore. Ornamenti esteriori di Comune con fronde di alloro e quercia fruttate legate in oro, talora in azzurro.

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