Nella voce dialettale si dice Fornàs. Il toponimo viene citato già nell’845 come Galdris, Ortari de Fornaces. Ma ai primi del X secolo appare come de loco Fornace e successivamente come de Fornas. Deriva dalla voce latina fornax, cioè “forno, fornace”.
La famiglia Ortari (845) custodiva il castello che sorgeva sulla cima del Dos. Di Fornace era il vescovo di Trento Udiscalus (IX sec.). Capostipite dei Roccabruna fu Gandolfino di Fornace. I Roccabruna possedevano anche i castelli di Belvedere a Piné, Seregnano, Civezzano e la rocca di Nogaré. Dalle miniere del Calisio si estraeva l’argento. L’abitato oggi è dominato dalle cave di porfido responsabili di profonde alterazioni paesaggistiche e ambientali. La fontana in cima al paese (1834) è in calcare di Civezzano, come le scale di case, mensole di poggioli e portali. Il castello è oggi ridotto a una rocca. La chiesa di S. Martino è del 1160.
Lo stemma è stato riconosciuto il 24 settembre 1931 e ricorda l’arme dei Signori Roccabruna. Su campo d’oro reca una torre, scalare di uno, in porfido, murata di nero, merlata alla ghibellina, di sei pezzi alla balconata e di quattro in sommità, aperta del campo ai piani terreno e primo. Corona murale di Comune e come ornamenti fronde fruttate di alloro e di quercia ghiandifera, legate sotto la punta dello scudo da un nastro azzurro.