Fare il bene

Ogni anno a Pasqua la pagina degli Atti degli Apostoli ci ricorda che Gesù “passò facendo del bene”. Gesù compie il suo ministero sulle strade e nelle contrade della Galilea, pregando, predicando e facendo del bene. Dalla preghiera, un dialogo in ascolto e in sintonia con il Padre, scaturisce il suo andare annunciando il Vangelo e sanando tutti quelli che incontrava: poveri, peccatori, malati, indemoniati. Vero modello per il cristiano chiamato ogni giorno a fare del bene, a fare qualcosa di bene agli altri, cominciando ai più vicini in casa e sul lavoro. Ecco un proposito da fare nostro in questi giorni.

A riguardo dell’atteggiamento e dello stile positivo di Gesù, che opera sempre il bene, permettete un rilevo di tipo morale che mi pare essere sempre più urgente in questa nostra società spesso disorientata. Si tratta di una questione morale della quale ognuno di noi deve poi rispondere personalmente davanti a Dio. Ce lo ricorda anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. n. 1756.1789): non si può mai fare il male perché ne venga un bene. Il male, l’ingiustizia, la frode, la malvagità, la calunnia, la prevaricazione non hanno mai scusanti. Non è mai lecito fare il male nel desiderio che ne derivi qualcosa di bene. Se è fatto volontariamente, deliberatamente, fosse anche per un fine di bene, il male deve sempre essere evitato. Si può errare involontariamente e sbagliare, lo sappiamo, è umano; ma il male perseguito come fine o come mezzo è sempre qualcosa di diabolico!

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