Francesco e le “fake news”, testi e video “artificiali”

La copertina del libro di Nello Scavo e Roberto Beretta sulle false notizie su Francesco, uscito già sei anni fa per San Paolo Edizioni

“È capitato anche a me – ebbe a rilevare in più occasioni – di essere oggetto di “fake news” o “deep fake”, cioè della creazione e diffusione di notizie o immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false”.

Papa Francesco con le “fake news” ha dovuto fare i conti sin dall’inizio del suo pontificato. Notizie false, generate ad arte, fatte girare in rete per portare discredito. “Non ha protetto i suoi confratelli durante la dittatura argentina!”; “Il conclave che lo ha eletto era truccato!”; “Fa fare carriera solo ai gesuiti!”; “È comunista!”; “È protestante!”; “È un antipapa!”; “Durante il suo papato la Chiesa cattolica non ha fatto nulla per eliminare gli abusi sui minori da parte del clero. E lui è parte del problema”.

Nel 2018, era addirittura uscito un libro (Nello Scavo, Roberto Beretta, Fake Pope. Le false notizie su papa Francesco, Edizioni San Paolo) che smentivano una ottantina di fake news. Le cose, poi, non sono cambiate, anzi. Sino ad arrivare a Fabrizio Corona che da settimane sosteneva che il Papa fosse morto.

Dal conclave – lo dice il nome – le notizie non possono uscire; per fortuna non possono nemmeno entrare. Non c’è dubbio, infatti, che sui cardinali “papabili” possano fiorire ad arte (da parte di realtà estranee alla Chiesa, ma con forti interessi geopolitici) notizie e ricostruzioni – false – finalizzate a condizionare l’elezione del nuovo Pontefice. Basta ventilare un sospetto, accreditare una falsità, alimentare dei dubbi: il venticello si muove con disinvoltura tra le pieghe della rete.

La cronaca degli ultimi anni ci dice che non c’è stata alcuna elezione senza che non ci sia stato, dall’esterno, un pesante intervento di “fake news”: dalla Brexit alle elezioni tedesche, dalle presidenziali americane a quelle rumene dove, addirittura, il primo turno è stato cancellato a causa di evidenti ingerenze esterne attraverso i social.

Tutto questo, papa Francesco lo aveva ben compreso. Tanto da intervenire ripetutamente per mettere in guardia dai pericoli derivanti dai nuovi sistemi di comunicazione. Lo aveva fatto anche lo scorso anno, nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

“I sistemi di intelligenza artificiale – scriveva Francesco – possono contribuire al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitare lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse. Ma possono al tempo stesso essere strumenti di ‘inquinamento cognitivo’, di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false. Eppure, credute – e condivise – come se fossero vere”.

Non c’è più, però, solo il pericolo derivante dall’uso dei social. C’è un rischio ancor maggiore. “Il secondo livello di intelligenze artificiali generative – spiegava Francesco – segna un indiscutibile salto qualitativo. È importante quindi avere la possibilità di comprendere, capire e regolamentare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi. Come ogni altra cosa uscita dalla mente e dalle mani dell’uomo, anche gli algoritmi non sono neutri”.

Insomma, non sono più solo le “fake news” a destare preoccupazione; oggi bisogna fare i conti con le “deep fake” (video, immagini e audio che sono stati manipolati o creati direttamente dall’intelligenza artificiale per apparire autentici) e con le costruzioni narrative generate da ChatGpt e Gemini, applicazioni che hanno enorme diffusione e sono di facile consultazione. Non tengono però conto di una questione fondamentale: la veridicità dei testi prodotti.

Abbiamo provato a fare un esperimento. Abbiamo rivolto la seguente domanda a Gemini, il sistema di intelligenza artificiale generativa di Google: “Mi scrivi una preghiera sulla sofferenza e sulla malattia come fosse di papa Francesco?”. Ecco il risultato – prodotto in due secondi – che potremmo mettere in rete, magari spacciandolo come “l’ultima preghiera di papa Francesco”.

“Fratelli e sorelle, in questo momento di prova, quando la malattia ci afferra e ci fa sentire fragili, volgiamo il nostro sguardo al Padre, fonte di ogni consolazione.
Signore Gesù, tu che hai portato su di te il peso della sofferenza umana, sii vicino a coloro che lottano contro la malattia. Conforta i loro cuori, dona loro la forza di sopportare il dolore e la speranza di una guarigione.
Maria, Madre della Salute, avvolgi con il tuo manto di tenerezza coloro che sono nel dolore. Sii per loro segno di speranza e di consolazione, indicando loro il cammino verso il tuo Figlio.
Padre misericordioso, ascolta le nostre preghiere.
Dona saggezza e compassione ai medici e agli infermieri, affinché possano curare con amore e dedizione. Sostieni le famiglie che vivono accanto ai malati, donando loro pazienza e forza.
Che la sofferenza, unita a quella di Cristo, diventi occasione di purificazione e di crescita spirituale. Che possiamo imparare a riconoscere nel volto del malato il volto stesso di Cristo sofferente.
Fratelli e sorelle, non perdiamo mai la speranza.
Insieme, nella preghiera e nella solidarietà, possiamo affrontare ogni prova, certi che l’amore di Dio ci sostiene e ci accompagna. Amen”.

Una preghiera che non è del Papa, ma che l’intelligenza artificiale (appropriandosi proprio di parole e concetti cari a Francesco) offre con la possibilità di spacciarla per vera. Anche se non lo è.

vitaTrentina

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