Padre, che sei anche Madre, che prima di esser Padre sei Madre che con il tuo esser Padre completi il tuo essere Madre, senza aver bisogno di noi hai voluto aver bisogno di noi, felice senza di noi hai scelto di esser felice assieme a noi.

Ogni creatura che si innamora incontra un'altra creatura da amare a da cui lasciarsi amare. Tu non mi hai incontrato: mi hai voluto dal nulla e son diventata/o il tuo Amore. Se sono il tuo Amore sono il tuo Dio. "Sono il Dio di Dio!" esclama un mistico medievale.

Prima di dire :"Non è bene che la persona umana sia sola" ti sei detto: "Non è bene che Dio sia solo". Perché Dio è Amore e l'Amore non è amore se non si dona. Tenacemente Padre e Madre non riusciresti più a non esserlo.

Per Te ognuno di noi è tutti noi e in Tutti noi vedi ognuno. Per questo sei Padre Nostro. Se io mi fermassi solo a dire "Padre Mio" ti rattristeresti per me rimasto senza fratelli.

Non mi vuoi Figlio Unico! Amato, si, come un figlio unico ma ancor più amato assieme a tanti fratelli e sorelle. "Piacque a Dio di chiamare gli uomini a questa partecipazione della sua stessa vita non tanto ad uno ad uno, ma di riunirli in un popolo, nel quale i suoi figli dispersi si raccogliessero in unità", dice il Concilio (Ad Gentes, 1,2). E quindi sono tuo solo se ti dico Nostro. Un Nostro che mi scomoda, che a volte mi appare insopportabile, che mi impone gratuità ma che mi fa diventare famiglia e mi arricchisce nella diversità.

Nella preghiera al Padre che Cristo tuo Figlio ci ha insegnato non è nominato Gesù.

Hanno ragione i nostri fratelli islamici che chiamarti Padre è una confidenzialità che raggiunge l'irriverenza, perché assolutamente non siamo della tua natura. Ma, consanguinei di Gesù, Verbo incarnato e nello stesso tempo uomo, siamo promossi fratelli di Lui e figli adottivi tuoi, Padre Tutto Amore con un Figlio Tutto Amato (e noi siamo nel Figlio). E siamo i tuoi Cieli. Senza di noi non avresti cieli. Non li avresti fatti se non per noi i cieli siderei e da soli non ti bastano. Non sanno lasciarsi abbracciare. Eseguono senza saperlo le tue leggi ma non danno risposta. A loro non arriva nulla di consapevole e non ritorna nulla di affettivo. Tu sei Cielo a te stesso e noi rendiamo abitato il tuo Cielo. E a nostra volta siamo cieli a te. Cieli difficili , riottosi, a volte ci oscuriamo, a volte lasciamo dei vuoti ma tu ami il rischio.

Il nostro rifiuto non ti spaventa e non ti disarma. Solo la possibilità di un rifiuto impreziosisce il "si" dell'assenso e dell'accoglienza.

"I cieli immensi narrano del grande Iddio la gloria" loda un antico canto. "Sia santificato il tuo Nome". Che tu sia conosciuto! Che tu sia glorificato! "Gloria: clara cum laude notitia". Gloria è esser chiaramente riconosciuto e conseguentemente lodato. La Natura ti glorifica. Natura inanimata, vegetale, animale e il mondo affettivo della persona umana.

Ma ti glorifica con splendida insufficienza. Da far dire a S. Giovanni della Croce: "Parlami tu Signore e non mandarmi più ambasciatori che non sanno dirmi nulla di Te". Il troppo poco, il parziale, l'analogico è come un nulla. Talvolta fino inespressivo e fuorviante. Ed irrompe Lui, il Verbo, "per mezzo del quale tutto è stato creato", come dice il Prologo al Vangelo di Giovanni. "E in vista di Lui" è stato creato, incalza Paolo nella sua lettera ai Colossesi (1,15). Cioè perché diventiamo come il Verbo con la stessa visione , eredità e felicità del Figlio. Verbo che non si accontenta di essere causa efficiente, esemplare e finale, ma fa un passo avanti incarnandosi per essere come noi prima che noi diventiamo come Lui. E nel Cristo dona il segno più grande dando la vita per noi.

Gesù , la più alta gloria del Padre: Dio che si dona fino alla morte.

Gesù, la più alta gloria dell'Umanità: uno di noi è Figlio di Dio.

Ora possiamo vedere e comprendere di più e sceglierlo con più informata libertà.