“Halbherr in Rock”, sul palco senza freni

Lo spettacolo conclusivo del progetto didattico “Halbherr in Rock” al Teatro Zandonai di Rovereto, che ha saputo valorizzare i talenti artistici di alunne e alunni della scuola

Divertirsi, scoprirsi e migliorarsi. Queste le linee guida dell’Halbherr in Rock, un progetto didattico che ha coinvolto la scuola secondaria di primo grado Federico Halbherr di Rovereto. “Halbherr in Rock nasce da una scommessa del nostro dirigente, Giuseppe Gammino: quella di far vivere la scuola come uno spazio di aggregazione fatto non solo di banchi e lezioni, ma anche un luogo di comunità in cui scoprire e perfezionare i propri talenti” racconta Maria Chiara De Pasquale, direttrice artistica del talent show.

Il progetto ha coinvolto gli studenti tutti i venerdì pomeriggio da gennaio a maggio fino allo spettacolo conclusivo che si è svolto al teatro Zandonai il 26 maggio. In questi mesi la scuola si è animata respirando varie forme d’arte: musica d’insieme, lezioni di basso, chitarra e batteria, prove di coreografia, scrittura di atti teatrali, prove ed esercitazioni di recitazione e molto fermento creativo. “È stato prima di tutto il professor Ivan Minutoli a intercettare i talenti artistici dei suoi alunni e delle sue alunne, e a coinvolgerli nel progetto: senza questo tipo di dialogo e fiducia tra insegnante e studenti, sarebbe stato difficile vincere negli alunni la resistenza, la vergogna, o peggio: il disinteresse”. Accanto al professor Minutoli, curatore della musica d’insieme assistito dal musicista Francesco Rossi, si sono schierati i maestri del CDM, Giovanni Parrinello e Alessandro Ruocco, mentre la coreografa Jasmine Bresciani si è occupata del corpo di ballo. A coordinare tutto Maria Chiara De Pasquale con l’aiuto dell’amministrazione e del corpo docente della scuola: “È stato un impegno corale che ha dimostrato come questo spettacolo non riguardasse solo chi si esibiva, ma tutta la scuola. Halbherr in Rock non è stato un contest, né una gara. Il senso del progetto era vincere insieme la sfida più difficile: quella contro i propri freni, le proprie paure”.

Il sostegno economico per il progetto è arrivato dai fondi del PNRR, dalla Cassa Rurale Alto Garda e dal patrocinio del Comune di Rovereto che ha concesso l’uso del teatro. “La cosa fondamentale non era un’esibizione perfetta – conclude Maria Chiara De Pasquale – quanto piuttosto il fatto di mettersi in gioco. Riuscire a salire sul palco significava prendere consapevolezza che sbagliare non è un problema. Sbagliare si può, è il primo passo per migliorare sempre. Si pensa generalmente alle medie come un complicato periodo da dimenticare, però se c’è una cosa che invece rimane dentro sono tutte quelle esperienze che vanno al di là dei banchi: dipingere su un muro, imparare uno strumento, passare le ore in un ‘Bicificio’ (un laboratorio di riparazione biciclette), fare una torta, ballare, aggiustare una biblioteca, fare un gemellaggio, un corso di teatro. Ecco, noi crediamo che, comunque sia andata, questa storia di abitare lo spazio dei talenti crei un’emozione grande, un ricordo che resta”.

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