Anche quest’anno la giornata celebrativa della biodiversità è appena trascorsa. Biodiversità è una parola grossa: a noi della Pimpinella piace parlare e occuparci della biodiversità orticola, quella declinata negli orti e nei campi, per lo più familiari. Chiamiamo custodi i cultori di una biodiversità spicciola, una biodiversità del fare quotidiano: coloro che per anni riproducono una varietà orticola che in tal modo diventa locale, un prodotto al quale, per la bontà, si affezionano. In passato sarebbe stata la norma, al giorno d’oggi è quasi un’eccezione. Generalmente non ne sono gelosi e condividono con gioia il loro piccolo tesoro, perché sa della loro terra e talvolta ha il sapore dei ricordi.
Così è stato per i fagioli di Giuliana, una varietà rampicante, coltivata in un bell’orto sul dosso di Sardagna, sopra la città di Trento. Perché? Perché queste perline bianche, screziate e puntinate di color marrone, hanno un sapore delicato, che ricorda quello della castagna. Inoltre la loro buccia è sottile, cosa che rende questi fagioli particolarmente digeribili. Ma da quanti anni, chiediamo, questi semi vengono riprodotti a Sardagna? “Almeno quaranta. Erano stati portati qui dalla Croazia, luogo nel quale erano coltivati da decenni. Direi che anche qui si son trovati bene. Una volta assaggiati, non li abbiamo più abbandonati”. La semina? “Che dire? Quando la terra è calda, non prima, ci aveva insegnato la nonna. Anche se è sempre più difficile indovinare il momento giusto, considerati i lunghi periodi piovosi primaverili!”. Ma ecco che un generoso pugnetto di perline, pronto per la semina, passa nelle nostre mani e così promettiamo di farne tesoro pure noi.