Il carrubo, frutto antico

“Ho trascorso le vacanze estive in Sicilia dove ho avuto modo di vedere piante dai tronchi “centenari”, grossi e contorti come gli olivi. Mi è stato detto siano piante di carrubo, quel frutto che mio padre dava ai cavalli, ma che sono buoni anche da mangiare. Chiedo informazioni su questa curiosa pianta”.

Maria Antonietta (Torbole)

La pianta di carrubo, che vegeta in condizioni di terreno arido e con clima torrido, dà vita allo splendido paesaggio della macchia mediterranea. Il suo “sapore” selvaggio e contemporaneamente domestico è legato al paesaggio dei litorali marittimi a ridosso dei campi coltivati a cereali e olivi centenari. Oggi però il carrubo si è inserito pienamente nel contesto dell’agricoltura intensiva industriale. È pianta di facile coltivazione: vuole tanto sole, una esposizione alla luce piena e terreni leggeri e drenanti. Rifugge quelli pesanti e i ristagni d’acqua. Se volete piantarne una non fate l’errore di prelevare giovani piante in natura, magari durante le vacanze al mare. Rivolgetevi ai vivai specializzati in piante mediterranee.

Il Carrubo (Ceratonia siliqua) è un grande albero. Pianta termofila, predilige i terreni calcarei, teme il freddo e per questa ragione al nord Italia si trova solo in Liguria. Oggi viene utilizzato anche come specie ornamentale. Di origine incerta, il carrubo è noto dai tempi antichi tanto da essere nominato nella Bibbia. Nel Medioevo veniva coltivato a scopo alimentare e, prima del boom della viticoltura, era usato per produrre alcool dalla fermentazione dei suoi frutti. Le foglie, color verde deciso, restano sulla pianta circa un anno e mezzo. I fiori sono piccoli e poco appariscenti, organizzati in lunghi racemi.

In giardino vive bene in compagnia di palme nane e altre specie della macchia mediterranea. Il frutto è una siliqua di aspetto lucido e legnoso, pastosa all’interno. Di colore marrone, con polpa aromatica e zuccherina, contiene semi piatti, tondi e duri, utilizzati in pasticceria. I frutti destinati all’alimentazione animale vengono frantumati, mentre quelli per il consumo umano vengono commercializzati interi. Verdi fin quasi alla maturità, si raccolgono a settembre, quando sulla pianta sono già presenti i frutti del ciclo successivo. Le piante sono a sessi distinti, maschili e femminili su piante separate.

 

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