Il gialet della Valsugana

Tra tutte le specie orticole i fagioli hanno sviluppato nel tempo una straordinaria varietà di linee evolutive e cromatiche e grazie alla selezione praticata dall’uomo, oggi esistono fagioli di tutti i colori e sfumature: dal bianco al nero, passando per il giallo, il verde, il viola, il marrone e le varietà screziate o marmorizzate. Una biodiversità non solo estetica, ma anche genetica e nutrizionale frutto dell’adattamento ambientale.

Nell’ampia gamma cromatica dei fagioli, il gialet si distingue per il suo colore giallo con sfumature verdognole, da cui deriva il nome. Si tratta di una varietà di legume tradizionalmente coltivata in Valsugana, migrato con ogni probabilità dalle valli bellunesi del vicino Veneto, dove recentemente è diventato presidio Slow Food. Piccolo, rotondo e dalla buccia sottile, unisce bellezza e qualità organolettiche per il sapore delicato, tenerezza e digeribilità.

La pianta è rustica e discretamente produttiva; si semina nel mese di maggio e le piantine devono potersi arrampicare a dei tutori o, come si faceva un tempo, agli stocchi del mais. Il vantaggio in questo caso è reciproco: il sostegno fornito dalla pianta di mais al legume, viene ricambiato dalla proprietà azotofissatrice delle leguminose. A fine estate il raccolto dei baccelli perfettamente seccati sulla pianta.

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