È un vecchio pero di Savignano, sulla collina di Pomarolo, a raccontarci la storia di un legame indissolubile tra un bambino e un albero. Questa pianta di pero sorbetto fu acquistata a Calliano il 16 ottobre in occasione della tradizionale fiera di S. Gallo per festeggiare un evento speciale, la nascita di Dino, nell’ormai lontano 1922. Crebbero in campagna assieme, fianco a fianco, ma solamente per venti stagioni, perché la guerra chiamò Dino a combattere nella divisione Julia sul lontano fronte galiziano, dal quale il destino volle che non tornasse più. Il pero sorbetto rimase lì, non certo dimenticato, anzi. È ancora vigoroso nonostante abbia superato un secolo; un monumento commemorativo vegetale, ricordo silenzioso che la famiglia conserva ancora vivo. Così ogni anno, quando la primavera torna a sbocciare e il pero rifiorisce, regalando poi in agosto nuovi frutti, si rinnova il legame con il passato e con la breve vita di Dino, che rimane scritta nei primi anelli di accrescimento del pero sorbetto.
Il sorbetto è una vecchia varietà di pero “sicuramente indigena tridentina”. Così scrive Giglio Boni nella monografia “La Frutticoltura trentina” pubblicata in occasione del Congresso pomologico nazionale di Trento nel 1924; e aggiunge che: ”pel suo sapore fine e squisito, ricordante la cannella e le droghe, conta indubbiamente fra le più gustose e saporite varietà estive. Buccia consistente, ruvida, di colori verde scuro al raccolto e giallo-ranciato, marmorino a maturazione, con guancia al sole slavata di roseo. Polpa bianco crema, finemente granulosa, succosa , fondente. è una pera estiva di primo merito come frutto da tavola e da esportazione”. Purtroppo tale varietà è a rischio di estinzione e la sua sopravvivenza affidata a questo forse unico esemplare di Savignano in Vallagarina.