Le migliori foglie per pacciamare

“Nel mio giardino in autunno dai grandi alberi cadono le foglie che devo rastrellare oltre a doverle smaltire. Posso usarle per pacciamare? Se sì quali sono le più adatte? Nel giardino ho noci, olivi e aceri”.

Lorenzo (Mori)

Con l’autunno gli alberi si spogliano, lasciano cadere le foglie diventate secche e ricoprono il prato verde. La loro copiosa caduta è considerata spesso una “scocciatura”. Infatti le foglie cadute sul tappeto verde, le aiuole e i camminamenti creano un certo, visibile disordine. Se non vengono raccolte le foglie vanno incontro alla degradazione e decomposizione e in certi casi marciscono creando un habitat favorevole alle malattie da fungo, che più tardi rovineranno il prato. In verità esse devono essere considerate una “risorsa”, così come avviene in natura nel bosco. Le foglie si possono utilmente utilizzare per proteggere gli apparati radicali delle piante e delle ornamentali dai freddi e gelo invernale.

Non tutte le foglie cadute però vanno bene per la pacciamatura. Innanzitutto devono essere sane, ben secche e non bagnate, nemmeno umide. Ecco che quelle più indicate sono le foglie con lamina leggera come quelle di acero, olmo, pioppo e faggio i cui tessuti si degradano velocemente. Meno consigliate sono invece le piccole foglie di betulla e quelle di dimensioni maggiori, con lamina spessa e coriacea, come quelle di olivo, magnolia, noce, platano, castagno. Eventualmente queste, prima di essere utilizzate, vanno ben sminuzzate.

Per piante acidofile (azalee e camelie, ortensie, mirtillo) ottimi sono gli aghi delle conifere. Posizionate attorno alle piante e alla base di arbusti (azalee, rododendri, rose, camelie) e alberi o sulla superficie di alberelli in vaso (agrumi e olivi) le foglie a primavera a contatto col terreno umido si decomporranno piano dando luogo ad un buon concime organico (humus) ricco di nutrienti. Più tardi andranno interrate con una leggera zappettatura. In questo modo ne trarrà vantaggio anche la struttura del suolo.

Qualora la decomposizione sia più lenta, le foglie lasciate in superficie, saranno utili a trattenere l’umidità e contrastare la crescita delle malerbe. In questo modo le foglie cadute dalle piante in autunno passeranno da “elemento di disturbo e lavoro” a “risorsa ambientale sostenibile”. E proteggeranno le piante dal freddo invernale in maniera economica e del tutto naturale.

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