Lo sport (tennis compreso) è un affare per pochi

Vaticano, 14 maggio: papa Leone XIV riceve in udienza Jannik Sinner. Foto Vatican Media/SIR

Tutti pazzi per Jannik Sinner, tutti innamorati del sorriso di Jasmine Paolini. Gli italiani, “popolo di santi, poeti e navigatori” (ma la citazione di Mussolini sarebbe ben più ampia: “un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”), improvvisamente si ritrovano ad essere anche il “popolo del tennis”. I dati auditel per le fasi finali degli Internazionali di Roma non lasciano dubbi: domenica scorsa, la finale tra Sinner e Alcaraz – in un orario poco televisivo, dalle 17.15 alle 19.00 – è stata seguita da quasi 5 milioni di spettatori, con uno share del 37 per cento. I dati si riferiscono alla sola diretta su RaiUno. A cui bisogna aggiungere tutti coloro che hanno seguito la partita su Sky.

Poco importa – anche se i tifosi ci speravano – che Sinner non abbia vinto. Dopo tre mesi di assenza, l’importante era tornare a misurarsi in un torneo. La finale è già un grande traguardo – ha ammesso – e la sua stella non è certo offuscata. Come dimostra la visita a sorpresa a Leone XIV, che ha accolto il campione sudtirolese a soli sei giorni dalla fine del Conclave, un’occasione di sorrisi e leggerezza che il Pontefice sembra aver apprezzato. Un video che sui social è diventato virale e in pochi minuti ha fatto il giro del mondo.

Il giorno dopo la visita in Vaticano, venerdì, per la semifinale tra Sinner e Paul, la prima rete della Rai ha toccato un tetto di 4 milioni e 925 mila spettatori, con uno share del 25 per cento. In pratica, si è aggiudicata la “prima serata”: infatti, a differenza della finale, venerdì si era giocato a partire dalle 20.30, l’orario di massima attenzione per gli investimenti pubblicitari. Il dato aggregato – tenendo conto degli ascolti Sky – ha toccato quasi i 6 milioni con uno share che ha sfiorato il 30 per cento.

La stessa finale del torneo femminile – giocata nel pomeriggio di sabato alla presenza di Mattarella – è stata vista in tv da oltre 3 milioni e 300 mila persone con uno share (tra Rai e Sky) di quasi il 30 per cento. La partita tra la Paolini e l’americana Gauff ha battuto ogni record ed è stata la partita di tennis femminile più vista della storia della televisione italiana. Al vincitore degli Internazionali di Roma è andato un assegno di quasi un milione di euro, allo sconfitto una cifra pari alla metà. Non male per giocatori che da un paio d’anni fanno incetta di successi e di soldi nei vari tornei in giro per il mondo. Sinner e Alcaraz, pur essendo giovani, vantano già un portafoglio di una quarantina di milioni di euro di montepremi (a cui si aggiungono quelli – abbondanti – degli sponsor).

La domanda, per chi non è esperto di tennis, è abbastanza scontata: come è possibile costruire montepremi così ricchi? Agli Internazionali di Roma, complessivamente si è arrivati a distribuire ai diversi giocatori (a seconda dei risultati raggiunti) oltre otto milioni di euro. Ovviamente, non sono sufficienti gli incassi dei biglietti pagati per assistere alle partite. Non sono sufficienti nemmeno i contributi versati dagli sponsor del torneo.

A far da volano a questa enorme e complessa macchina sportiva (ed economica) sono le diverse televisioni che per aggiudicarsi il diritto a trasmettere le partite devono vincere delle vere e proprie gare, delle aste, dove chi paga di più si garantisce l’esclusiva. I diritti di tutti i tornei del tennis mondiale, per il quinquennio 2024-2028, sono stati acquisiti da Sky con un contratto milionario che copre Regno Unito, Irlanda, Italia, Germania, Austria e Svizzera, Lussemburgo e Liechtenstein. Il tennis è dunque riservato a chi ha la possibilità di pagarsi un (costoso) abbonamento. Nel caso del torneo di Roma, proprio perché si gioca in Italia, la Rai ha acquisito da Sky una decina di partite che dunque sono state trasmesse anche in chiaro. Non sarà certamente così per i prestigiosi tornei che arriveranno nel corso delle prossime settimane: Roland Garros (Parigi) a maggio e Wimbledon (Londra) a giugno. I milioni di appassionati di Sinner devono mettersi il cuore in pace, saranno visibili solo sui canali e sulle piattaforme a pagamento.

Così come succede per il calcio. In Italia, i diritti delle partite della serie A sono stati acquistati da Dazn (e in parte da Sky) per un valore complessivo in 5 anni di oltre 4 miliardi e mezzo di euro, 900 milioni all’anno. I diritti delle partite di Champions e delle altre Coppe europee sono stati invece acquistati da Sky (e in parte da Prime) che avrebbe sborsato 660 milioni. Gli appassionati, per vedere tutte le partite, devono avere due abbonamenti: uno per il campionato (Dazn) e uno per la Champions (Sky), non meno di 80 euro al mese.
Insomma, lo sport che per definizione dovrebbe essere universale, accessibile a tutti, diventa spettacolo riservato a pochi, ai più ricchi. Certo, è pur sempre sport, ma è sempre più – soprattutto – business. (80.)

vitaTrentina

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