Ad inizio 1200 citato come Moiena e nel 1267 come Moyena, nel 1527 è Moena che allude a “palude, acquitrino, terreno umido”. Deriva dal latino mollia, neutro plurale di mollis, molle o ancora da molleus, “umidiccio”, continuato nel locale mòa “terreno umido”.
La parlata locale è il ladino di Fassa. La tradizione racconta che la conca Moena era un lago o acquitrino. Nel Medioevo si sviluppò attività mineraria e di forni fusori (ferro). Le miniere, chiuse nel 1575, vennero riaperte nel 1800. L’economia allora era silvo-pastorale e del legname. È fra le più note e frequentate stazioni estivo-invernali di soggiorno e di sport dell’arco alpino, per un turismo d’élite. Non mancano artigianato e industria lattiero-casearia (formaggio ”Puzzone”).
Lo stemma di Moena è stato adottato il 13 agosto 1929 e si rifà al toponimo del paese. È partito: a sinistra di rosso e a destra d’argento. Sul tutto un barcaiolo con remo in piedi naviga su un lago azzurro e argento; l’argento dello sfondo è “bianco” e l’acqua del lago è “argento increspato d’azzurro”. In alto reca una croce pomata in oro. Gli ornamenti sono di Comune con corona murale e fronde di alloro e quercia legate con nastri azzurri a punte bifide.