Perché ci comportiamo tutti come dei piccoli porcospini? I nostri sogni sono più reali di quelli di una farfalla? Un’anatra può essere anche un coniglio? È meglio la vita di un re o quella di un cane?

Sono queste le domande cui rispondono i primi quattro volumi della collana I Filomini: Il porcospino di Schopenhauer, Il cane di Diogene, La farfalla di Zhuangzi, L’anatra di Wittgenstein (Fatatrac, 2023, 32 p., 5,90 euro; età 8+), piccole pubblicazioni nelle quali si affrontano in maniera chiara e semplice, ma non semplicistica, alcune fra le questioni che hanno rappresentato l’oggetto del pensiero di famosi filosofi come Schopenhauer, Wittgenstein, Zhunangzi e Diogene.

I testi sono tutti di Alice Brière-Haquet, la traduzione di Maddalena Lucarelli, mentre le illustrazioni sono di artisti diversi (Oliveri Philipponneau, Raphaële Enjary, Kazuko Matt, Loic Gaume) il cui stile è in linea con il concetto che viene affrontato.

Attraverso piccole storie si parla di gentilezza con dei simpatici porcospini, del potere di suggestione della fantasia con una leggera farfalla gialla, di punto di vista con un’anatra simpatica e un coniglio scattante, di tempo con un cane arancione e dormiglione. Le storie di animali si allineano al pensiero bambino e lo avvicinano giocosamente ai nomi dei filosofi e alle loro riflessioni.

Questi libri sono colorati e accattivanti, piacevoli da tenere in mano, curati nella realizzazione grafica e attenti nella scelta della carta ruvida e corposa che ne sottolinea il valore. La copertina presenta un grande buco centrale in cui compare l’oggetto della mini dissertazione filosofica che racchiude. Un’idea cartografica che incuriosisce e invita ad entrare tra le pagine per scoprire il pensiero che contengono.

Per la capacità di astrazione che, al di là del primo livello di lettura richiedono, questi volumi sono adatti per lettori dagli otto anni. Anche gli adulti li apprezzeranno.