Sover, fatti d’arme e foreste intatte

Sover è attestato già nei primi anni del 1200 come Soueri e più tardi come Versus Soverium. In dialetto ha la “é” stretta e gravata dall’accento tonico. Andrebbe ricondotto al latino superior, superiore. È possibile anche il riflesso di un personale latino Superius.

Nel Medioevo il territorio di Sover apparteneva con Sevignano e Villamontagna alla giurisdizione del Capitolo della cattedrale di Trento. Nel 1802 fu incorporato nella giudicatura di Civezzano e nel 1842 in quella di Cembra. Un fatto storico data il 3 e 27 novembre 1797 svoltosi a Colbìs presso Brusago fra le milizie di Fiemme e Sovér e le truppe napoleoniche. Nella canonica di S. Lorenzo a Montesovér è custodita la “bandiera del capitano”. Sovér è ricco di case rustico-signorili. La chiesa è ricordata dal 1537. Il paese è centro agricolo, artigianale (legno) e industriale. Il territorio vanta estese e ampie zone boschive e malghe.

Lo stemma tradizionale modificato il 13 febbraio 1980 allude al paesaggio, al patrono S. Lorenzo e alla resistenza alle truppe napoleoniche. La descrizione araldica recita così: “D’argento al monte di tre cime di verde nascente dalla punta, sormontato da una graticola di rosso, accostata da due palme d’alloro dello stesso, fruttate d’oro”.

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