“I tentativi di ammutolimento di una donna verificatisi sui media italiani negli ultimi anni sono numerosi… La pratica dello ‘Stai zitta’ non è solo maleducata, ma soprattutto sessista perché unilaterale… Che cosa c’è dietro questa frase? Per quale motivo tutti coloro che la ascoltano pensano si tratti di una reazione normale nella dialettica con persone di sesso femminile?”. Sono le domande che Michela Murgia, scrittrice impegnata scomparsa prematuramente, si poneva nel suo libro “Stai zitta!” (sottotitolo: “e altre nove frasi che non vogliamo sentire più”). Con le parole, osservava acutamente Murgia, si fanno sparire le donne dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie; mentre il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la possibilità per le donne di essere pienamente se stesse.
Al testo di Murgia, che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo, si ispira il lavoro teatrale “Stai zitta!“, che dà nuova vita e nuovi accenti alle parole della scrittrice sarda. “Quel libro – spiega Antonella Questa, che con Valentina Melis e Lisa Galantini lo porta sulla scena – era nato con l’obiettivo che tra dieci anni una ragazza, leggendolo, lo trovasse antiquato. Noi vorremmo contribuire ad accorciare questo tempo, attraverso il linguaggio teatrale”. Il progetto è stato accolto con entusiasmo da SCARTI Centro di Produzione teatrale di Innovazione, con sede a La Spezia, insieme ad Armunia Teatro e al Teatro Carcano di Milano.
Antonella Questa, Valentina Melis e Lisa Galantini, che hanno sempre avuto qualche difficoltà a stare zitte (lo dimostrano i loro tanti spettacoli, video e libri dove affrontano, con ironia e intelligenza, tematiche sociali e anche femministe), hanno così convintamente dato vita a uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso proprio dal linguaggio. Le “frasi che non vogliamo più sentirci dire”, contenute nel libro di Murgia, offrono così l’occasione di raccontare la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di situazioni surreali.
Guidate dalla esperta regia di Marta Dalla Via (“Erano anni che io e Marta ci ‘guardavamo da lontano’, espressione che racconta stima reciproca e desiderio di trovare un progetto comune sul quale lavorare“, osserva Antonella Questa), Questa, Melis e Cinque coinvolgono lo spettatore con leggerezza e sapienza nella lotta contro gli stereotipi di genere, annullando già di fatto, con questo spettacolo, quello secondo cui “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”.
Quattro comuni della rete Trentino Spettacoli ospiteranno tra il 17 e il 20 gennaio questa pièce comica e dissacrante che accende i riflettori su quanto la discriminazione di genere passi spesso proprio dal linguaggio, attraverso frasi e stereotipi ai quali le donne vengono quotidianamente ricondotte.
Lo spettacolo è proposto venerdì 17 gennaio a Mori (Teatro Sociale Gustavo Modena, ore 20.45), sabato 18 a Lavis (ore 21, Auditorium Comunale), domenica 19 a Predaia (ore 20.30, Teatro del polo scolastico di Taio), lunedì 20 a Riva del Garda (ore 21, Sala Garda del Palazzo dei Congressi).