Trento, una Provincia fiera della sua autonomia

La Provincia Autonoma di Trento comunemente nota come Trentino è una provincia italiana del Trentino Alto-Adige il cui territorio si estende per 6207 Kmq e popolata da quasi 550 mila abitanti, con capoluogo Trento. Insieme allo stato federato austriaco del Tirolo e all’Alto-Adige/Südtirol dà vita all’Euregio Alto Adige/ Südtirol e Trentino, un progetto di collaborazione transfrontaliera ed Ente di diritto comunitario. La macro regione Trentino-Alto Adige con Veneto e Friuli-Venezia Giulia prende il nome di Tre Venezie o Triveneto. La regione storico-geografica trentina fu già municipium romano, ducato longobardo e contea carolingia. In Trentino si parla l’italiano, ma sono presenti minoranze linguistiche: la lingua mochena nella omonima Valle, la lingua cimbra nel Comune di Luserna e la lingua ladina in Val di Fassa. La Provincia Autonoma di Trento ha numerosi comuni di piccole dimensioni.  

A seguito di fusione da 223 Comuni del 2009 si è passati oggi a 166 Comuni. L’economia della Provincia poggia saldamente su agricoltura, industria, artigianato e turismo. In passato l’agricoltura era soprattutto di sopravvivenza, ma oggi la frutticoltura e la viticoltura sono dominanti. La coltivazione dei piccoli frutti (fragole, mirtilli, more, lamponi) è significativa. La Val di Gresta è terra di coltivazione di ortaggi (patata, carota, cavolo cappuccio, zucchina, radicchio, ecc.). Storicamente molto significativo l’allevamento e la pratica dell’alpeggio. Ricca è la produzione di vino tra cui spicca lo spumante Trento DOC.  

Le industrie sono concentrate nella Valle dell’Adige, in Vallagarina e nella Valsugana. Sono attive nei settori tessile, edilizio, della meccanica, del legno e della carta. Importante la lavorazione del porfido, in Val di Cembra e zone vicine (Albiano, Fornace, Civezzano, Lona Lases). Importante, ad oggi, è il polo industriale della meccatronica a Rovereto. Diffuse cantine e distillerie tradizionali cooperative (Cavit o Mezzocorona) e private (Marzadro, Ferrari, Zeni, Endrizzi, Bertagnolli, Poier). L’abbondanza d’acqua ha favorito la produzione di energia idroelettrica. Ma forse l’attività più importante è il turismo, sia estivo che invernale.  

I grandi gruppi montuosi (Pale di S. Martino, Dolomiti, Catinaccio, Adamello, Presanella) sono meta di escursioni, arrampicate e attività sportive. Frequentate sono le stazioni climatiche nei pressi dei laghi della Provincia, Riva del Garda, Levico e Caldonazzo. Lo stemma ufficiale della Provincia raffigura l’Aquila di San Venceslao, antico simbolo donato dal re di Boemia Giovanni I al vescovo di Trento Niccolò da Bruna nel 1339 come stendardo ufficiale dell’esercito del Principato vescovile, il quale fu utilizzato anche come arma da apporre sulle bandiere delle milizie al servizio del vescovo. Nel 1407, quando Trento adottò uno statuto comunale, l’aquila divenne anche lo stemma ufficiale della città, passando quindi allo stemma della Provincia e a quello della Regione.  

Rispetto allo stemma originale, l’Aquila di San Venceslao trentina ha le fiamme completamente circondanti il corpo ed ha sulle ali due gambi trifogliati in oro. In base allo statuto di autonomia della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige entrato in vigore nel 1972, la Provincia Autonoma di Trento ha anche un gonfalone ufficiale, uguale alla bandiera esposta nei locali pubblici accanto alla bandiera italiana e a quella europea. La bandiera è formata da tre strisce orizzontali della stessa dimensione (drappo interzato in fascia), le due più esterne porpora e la centrale bianca, con al centro lo stemma. I segni distintivi della Provincia sono regolati dalla legge provinciale 30 luglio 2008, n. 13. L’Aquila di S. Venceslao è inoltre un’onorificenza conferibile dalla Provincia, opera in bronzo dello scultore Othmar Winkler. 

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