Un Barbiere in chiave pop

L’opera più celebre di Gioachino Rossini è interpretata dal regista Fabio Cherstich come un grande ingranaggio a orologeria, per dare corpo alla “follia” della musica

Dopo l’evento di apertura in omaggio a Puccini e Schönberg, la Stagione operistica 2024/25 della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento prosegue con “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini venerdì 31 gennaio alle 20 al Teatro Sociale di Trento, in replica domenica 2 febbraio alle 16.

L’opera più celebre di Rossini, scritta in sole tre settimane per essere eseguita al Teatro Argentina di Roma durante il Carnevale del 1816, vedrà alla regia Fabio Cherstich che, con questa prima produzione, inizia il suo percorso con la Fondazione Haydn in qualità di Artist in residence. La direzione musicale vedrà impegnato Alessandro Bonato, già vincitore del terzo premio assoluto al Nicolai Malko Competition nel 2018, nonché unico candidato italiano a essere ammesso al concorso. All’Orchestra Haydn si unirà inoltre l’Ensemble Vocale Continuum diretto da Luigi Azzolini, gruppo di cantanti fondato nel 2003 che, grazie alla sua versatilità, spazia dal repertorio lirico a quello moderno.

“Mi sono immaginato lo spettacolo come un grande ingranaggio ad orologeria, uno spazio vuoto che di scena in scena si riempie di immagini ed elementi che niente hanno a che fare con la Spagna della tradizione; unica concessione un Figaro torero e scatenato”, dice il regista Fabio Cherstich. “E poi, come per dar corpo all’irresistibile ‘follia’ della musica, nonché al puro godimento che può derivarne sganciandola da ogni realismo, proporzioni ribaltate nella scena dove tutto scorre su binari, o sale e scende all’improvviso“.

Sul palco, le scene di Nicolas Bovey, artista svizzero che ha vinto due edizioni del Premio Ubu e il Premio Le Maschere 2021 nella categoria miglior scenografia: l’insegna della bottega di Figaro diventa una scritta gigantesca e luminosa, in stile Broadway per accompagnare il barbiere più famoso della storia del teatro, “una vera superstar”. “In accordo con il regista e il costumista – spiega Bovey – abbiamo proceduto per gradi in una sorta di collage dadaista tridimensionale dove tutto fosse artificioso e inverosimile, più in relazione a stilemi dell’arte contemporanea che teatrale, lontani da qualsiasi aggancio a codici di verosimiglianza naturalistica”.

“Il barbiere di Siviglia” potrà vantare alcune delle voci più interessanti del panorama odierno. Figaro sarà interpretato dal baritono armeno Gurgen Baveyan, il Conte d’Almaviva dal tenore Pietro Adaini, il baritono Fabio Capitanucci offrirà la sua vocalità a Don Bartolo, il mezzosoprano Mara Gaudenzi sarà Rosina, il basso Nicola Ulivieri Don Basilio, il soprano Francesca Maionchi sarà Berta e il baritono Gianni Giuga sarà Fiorello, grazie al lavoro di Clarry Bartha, casting manager di questa produzione.

Completano l’opera i costumi di Arthur Arbesser, che veste cantanti e coro con abiti moderni, o comunque reinventati e stilizzati (“A metà tra il fiabesco e l’estremamente realistico”, precisa Arbesser), e il Lighting design di Marco Giusti.

Le due rappresentazioni saranno precedute da “Oper.a Talk”, il consueto appuntamento di introduzione all’opera che si terrà nel foyer del Teatro Sociale di Trento venerdì 31 gennaio alle ore 19 e domenica 2 febbraio alle ore 15. Maggiori informazioni e biglietti sul sito www.haydn.it.

vitaTrentina

Got Something To Say?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

vitaTrentina