Un orco dal cuore generoso per raccontare la Shoah

Oliver Dupin, Barroux (ill.), Sante Bandirali (trad.), L’orco del piano di sotto, Uovonero, 2025, pag. 40, 18,50 euro. Età 7+

“La gente come noi”: sono le parole con cui la piccola Sarah definisce la sua famiglia e quelle persone che non piacciono, secondo lei, al vicino, un uomo grande e grosso con una barba lunga e folta, “L’orco del piano di sotto” (Uovonero; età 7+). Quelle persone che da quando sono arrivati i soldati in città non possono più muoversi liberamente in strada e entrare nei negozi. Quelle persone che spariscono senza lasciare traccia. Quelle persone che scappano nel cuore della notte, portandosi solo poche cose. Per la fortuna di qualcuno fra la gente come loro, però, ci sono anche persone che nascondono nella loro barba i bambini e li portano in salvo in campagna, quando i soldati li vengono a cercare, dopo aver portato via i loro genitori. Queste persone che rischiano la loro vita per proteggere quella di altre sono i Giusti fra le Nazioni, uomini e donne che durante la guerra hanno fatto il possibile per sottrarre anche solo un ebreo al genocidio nazista.

È di questi Giusti e del dramma storico della Shoah che questo libro illustrato racconta ai bambini. Parole e immagini ben calibrate sul target dei lettori, ma non per questo meno chiare e meno vere di tante pagine che raccontano a lettori di ogni età quello che è stato. Un libro delicato che contribuisce a mantenere viva la memoria.

Il racconto di ciò che accade a Sarah e alla sua sorellina è perfettamente equilibrato per i lettori più piccoli. Ciò che Sarah pensa e dice è in linea con ciò che un bambino pensa e dice trovandosi in mezzo al dramma più assoluto. Non avendo più il riferimento dei genitori e avendo sempre temuto quel vicino burbero e poco simpatico, le bambine prima si chiedono se possono fidarsi di lui, poi, non avendo altre risorse, decidono di farlo. Scoprono così che dietro la sua apparenza paurosa si nasconde un cuore generoso. Tutti i temi, anche quelli più difficili come l’Olocausto, possono essere offerti ai bambini, purché lo si faccia, come in questo libro, usando parole sincere di speranza e di fiducia. È importante raccontare con onestà ciò che è stato e farlo con un registro adatto e con il giusto margine di libertà, in modo che ognuno possa cogliere ciò che è nelle sue capacità. In queste pagine i bambini condividono con le due piccole protagoniste l’insicurezza, il timore, la forza della famiglia e il sollievo di trovare persone che, nonostante i terribili momenti, sanno aiutarle e farle sentire protette. Ma i lettori bambini, con queste storie, non dovrebbero essere lasciati soli, ma essere accompagnati da un adulto mediatore che non solo legge loro le parole, ma li aiuta ad entrare nella storia, valutando fino a che punto è opportuno guidarli.

Al testo, curato nelle scelte linguistiche e nella costruzione sintattica, si accompagnano illustrazioni ricche e altamente comunicative grazie soprattutto alle scelte cromatiche e alla forza con cui sono poste sulla pagina. Pennellate di colore rosso e grosse linee nere su fondo ocra evocano l’atmosfera di terrore e di insicurezza di quel tremendo periodo. Con la stessa potenza narrativa, però, l’atmosfera si alleggerisce con le delicate sfumature di azzurro che avanza rischiarando le pagine non appena le bambine sono portate in salvo. In questo modo parole, figure e colori concorrono a creare e veicolare l’intensità emotiva della storia delle due bambine alla luce della Storia con la S maiuscola.

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